Il Tirreno

Versilia

Il caso

La gatta la fa scivolare dalle scale: scatta il risarcimento di 50mila euro

di Pietro Barghigiani

	Un gattino in una foto di repertorio
Un gattino in una foto di repertorio

Camaiore, mentre stava scendendo l’animale è passato fra le gambe: paga la padrona dell’animale. Cosa dice la sentenza

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CAMAIORE. La micia birichina combina un bel guaio alla sua proprietaria. Ci sono di mezzo visite in ospedale e cause in Tribunale. Certificati medici e dolori, “sanati” con un bel risarcimento. La storia risale al giugno 2021. La padrona della gattina aveva ospitato una coppia di amici nella sua casa di Camaiore. Lei dormiva al piano terra. Loro al primo piano.

La ricostruzione

Succede che il 15 giugno, intorno alle 3, l’ospite ha un bisogno fisiologico. Si alza dal letto, dove la gattina dormiva ai piedi della coppia, e scende le scale per andare in bagno al piano di sotto. La gatta non resta sul lenzuolo. E, pensando bene di seguire l’umana, salta dal materasso e si fionda sulle scale. In quella frazione di secondo la micia si comporta come tutti i gatti: passa tra le gambe in uno slalom repentino che tra scalini e orario da dormienti provoca la caduta della donna. Ruzzola fino al pavimento con epilogo segnato da grida di dolore.

Il guaio lo certificano al pronto soccorso con la frattura di gomito e omero del braccio sinistro. Un volo che in tribunale diventa una condanna a risarcire l’ospite ammaccata con circa 50mila euro (spese legali comprese, ndr). Un conto coperto dall’assicurazione della proprietaria della gatta.

La sentenza

«Sebbene al momento della caduta non vi fossero testimoni in grado di riferire sulle modalità della stessa, la dinamica del sinistro come descritta in citazione da parte attrice appare credibile e verosimile» si legge nella sentenza del Tribunale di Lucca.

Il marito dell’allora 63enne rimasta ko per la gatta ha ricordato in Tribunale di «essere stati ospiti presso la casa circa un paio di settimane. Una notte ho sentito un tonfo fortissimo che mi ha svegliato, mi sono alzato ed ho visto mia moglie in fondo alle scale con la testa rivolta verso la parete. (La proprietaria, ndr) è uscita anche dal bagno e abbiamo soccorso mia moglie, ha chiamato l’ambulanza che è arrivata dopo circa quindici – venti minuti e io sono andato dietro all’ambulanza con la mia macchina sino all’ospedale. Nella scala non c’era il corrimano, ci sono le pareti da tutti e due i lati. In fondo alle scale vicino a mia moglie ho visto anche il cane e anche la gatta. Il bagno è ubicato al primo piano tra una camera e l’altra. Ci sono due bagni uno su e uno giù, quello su era occupato e mia moglie stava andando al bagno di sotto. Il gatto dormiva con noi ai piedi del letto».

«La dinamica»

Per il giudice, anche se in assenza di testimoni oculari, la tesi della donna in merito alla dinamica del sinistro «è stata poi integralmente confermata dalla stessa convenuta (proprietaria della gatta, ndr) in sede di interrogatorio formale, con dichiarazione che riveste l’efficacia probatoria di ammissione del fatto alla stessa sfavorevole».

E neanche è ravvisabile un concorso di colpa dell’ospite, come aveva ventilato la compagnia assicurativa, «trattandosi di un evento dannoso che, per l’assenza di un corrimano lungo le scale e per l’improvviso e repentino movimento dell’animale domestico, parte attrice non avrebbe potuto evitare, non potendosi rimproverare alla stessa la violazione di regole di diligenza e prudenza che la situazione concreta impone di osservare». La gattina in tackle involontario combina il danno, ma pagano gli umani.

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