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Il caso

Tonfano, un daino ferito e spaventato fa “irruzione” dentro un negozio di barbiere

Sopra un esemplare di daino
Sopra un esemplare di daino

Il titolare dell’attività racconta: «Ho cercato di aiutarlo, ma è stato impossibile»

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Pietrasanta Questa storia non sappiamo se ha un lieto fine e forse mai lo sapremo. È la storia di un daino, ferito, che smarrito, confuso e impaurito prova a chiedere aiuto agli umani. Ma prima ancora che qualcuno possa avvicinarsi a lui, per accudirlo, per curarlo, l’animale scappa di nuovo. E sparisce nei non dove che fanno da confine alla nostra immaginazione.

Tutto si innesca venerdì scorso quando un daino irrompe nel negozio del barbiere Giovanni Baldini che si trova nel cuore pulsante di Tonfano, a due passi di brezza dalla spiaggia.

«Ero con un cliente quando ho sentito un grande frastuono e ci siamo ritrovati davanti il daino. Eravamo sorpresi, incapaci sul momento di dire o fare qualcosa. Sono uno che ama camminare in montagna – il racconto di Baldini – e non è la prima volta che mi ritrovo davanti animali del genere. Era un daino, una femmina, sui 70 kg, insomma non proprio un cucciolo. Molto bello e anche molto spaventato. Era ferito. Ho cercato in qualche modo di prenderlo, per aiutarlo: l’unico modo per bloccarlo in questi casi è oscurargli, in qualche modo la vista. Così facendo si ferma. Ho provato a gettare addosso all’animale un panno, ma è stato tutto inutile. Era agitato. Con una ferita evidente visto che sul pavimento del mio negozio c’erano diverse macchie di sangue. Non so se la sua fosse una richiesta di aiuto o se, in quanto confuso, si era introdotto nel negozio perché nelle vicinanze della mia attività c’è una siepe e magari cercava rifugio in quello spazio».

«Sta di fatto – prosegue Baldini – che dopo pochissimi istanti sono riuscito a farlo uscire dal negozio. Nel frattempo aveva rovesciato a terra qualche oggetto. Niente di importante. Mi sarebbe piaciuto fare qualcosa, soccorrerlo, aiutarlo in un qualsiasi modo. Ma non è stato possibile. Si è allontanato velocemente. Da dove proveniva? Non ne ho idea: forse dalla Versiliana, un bosco dove non è raro imbattersi in questi animali. Forse era stato ferito da un altro animale o da un uomo e stava fuggendo. Purtroppo stava male, era evidente. Non mi è rimasto nient’altro da fare che avvertire le autorità competenti. Non so che fine abbia fatto: spero che lo abbiano preso e curato. Lo spero veramente». l

L.B.

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