Il Tirreno

Versilia

L’allarme del presidente dei farmacisti. «A Lucca e in Versilia siamo al collasso, tutto sulle nostre spalle»

Federico Lazzotti
Salvatore Ingrosso, presidente dei farmacisti della provincia di Lucca
Salvatore Ingrosso, presidente dei farmacisti della provincia di Lucca

Dopo l’ordinanza di Giani boom di richieste per i tamponi, ma il problema è la mancanza di personale e il carico di lavoro. «Evidentemente l’Asl era più in difficoltà di noi, così si snellisce l’iter. Noi adesso ci rimbocchiamo di nuovo le maniche»

30 dicembre 2021
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VIAREGGIO. La voce di Salvatore Ingrosso, presidente dei farmacisti della provincia di Lucca, arriva e racconta la prima linea della battaglia sanitaria per il monitoraggio e il tracciamento del coronavirus. Una sfida quotidiana che ogni giorno vede impegnati una quarantina di addetti in Versilia, cento in tutta la provincia, costretti a fronteggiare la richiesta crescente di tamponi. Anche il linguaggio che il medico usa per descrivere la situazione attuale somiglia a un bollettino di guerra: esplosione, pressione, impreparazione a reagire, fronte vaccinale. L’ultimo colpo a una situazione già critica è arrivata con l’ordinanza del presidente della Regione Eugenio Giani che ha sdoganato il tampone antigenico per certificare la positività e di conseguenza anche l’uscita di casa dopo contagi e quarantene.

Presidente com’è la situazione ?

«Molto critica, siamo caricati di un lavoro a cui non eravamo preparati. Le farmacie si sono attivate per fare il massimo ma è evidente che siamo tutti sotto pressione. Ci sono file in ogni farmacia sia nelle postazione create ad hoc per fare i tamponi, sia al banco per gli acquisti. Anche perché per soddisfare tutte le richieste servirebbe il doppio del personale. Noi, per quello che possiamo, stiamo facendo il possibile per soddisfare la domanda. Ci sono colleghi che ormai lavorano dodici, tredici ore al giorno».

Che effetto ha avuto l’ordinanza di Giani?

«Senza dubbio un ulteriore carico di lavoro sulle nostre spalle. A questo punto faccio anche fatica a immaginare dove arriveremo. Perché va bene essere presidio sanitario sul territorio ma c’è grande difficoltà perché il personale non è sufficiente».

Quindi che cosa farete?

«Guardi, tutti i colleghi si sono attivati e lavorano fuori orario per rispondere alle richieste che sono enormi. Parlo per me, ogni giorno nella nostra farmacia facciamo dai duecento ai trecento tamponi. E così fanno anche tutti gli altri. Inoltre siamo attivi anche sul fronte dei vaccini. Ogni farmacia ne somministra novanta alla settimana. E ora ci sarà l’esplosione di richieste per i tamponi».

Qual è il bilancio che può fare rispetto alla propagazione del virus e al suo andamento?

«Ogni giorno su un campione di duecento-trecento tamponi ci sono circa trenta positivi. E le persone che sono vaccinate per fortuna sono tutte in buone condizioni di salute. Quindi vuol dire che il vaccino funziona».

Presidente, con la nuova ordinanza della Regione cambierà il vostro protocollo per i tamponi, insomma vi organizzerete in modo diverso?

«Le farmacie si sono già organizzate con percorsi protetti. È indubbio che se facciamo 200 tamponi trovando 20 positivi non siamo sereni. Ma questo è nella logica. L’Asl evidentemente è ancora più in difficoltà. Ecco perché ha scaricato su di noi. Mi dicono che dopo un tampone antigenico positivo per fare il molecolare si deve aspettare una settimana. Tutta questa operazione è fatta per velocizzare l’iter».

Quindi le sembra un buona soluzione?

«Dobbiamo verificare l’aggravio di lavoro. Noi ci rimbocchiamo le maniche come stiamo facendo da due anni a questa parte. Il problema sono i telefoni che suonano tutto il giorno ma come sempre siamo disponibili a dare una mano».

Senta, ha visto il visto il video del medico della farmacia Calandra diventato il simbolo di no-vax e no-pass?

«Certo. Il medico in questione è stato richiamato, ora valuterà il consiglio se aprire un procedimento».

Del video che cosa pensa?

«Intanto mi dissocio dal video. Con il diretto interessato ho avuto un confronto vivace: il filmato è stato cancellato e il medico ha pubblicato un video in cui chiarisce la sua posizione».

Dunque è stato strumentalizzato?

«Lui voleva dire che i vaccinati stanno bene e in salute e non hanno sintomi. Direi che si è male espresso. Come categoria difendiamo il concetto che dobbiamo vaccinarci. Chi la pensa diversamente non ragiona in scienza e coscienza. Ecco perché è stato richiamato e spero che la faccia finita di pubblicare video, un professionista non si mette su quel piano.

Ultima cosa: usciremo e come da questa nuova ondata?

«Sono fiducioso. Il picco sarà per gennaio poi la situazione migliorerà. Nel frattempo indossate le mascherine e siate il più cauti possibili con i contatti».

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