Il Tirreno

Versilia

L’incognita del meteo sulle aperture serali

S. C.
L’incognita del meteo sulle aperture serali

Ma la maggior parte dei ristoratori si è fatta trovare pronta a riaprire con il servizio all’esterno aumentando i tavoli. «Assurdo non poter vendere al bancone»

27 aprile 2021
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VIAREGGIO. È un giallo atipico, come lo definiscono alcuni commercianti, quello che ha segnato la ripartenza dei ristoranti in Toscana. Un settore rimasto fermo da San Valentino se non per chi è riuscito a fare delivery o asporto. Può aprire chi ha i tavoli all’aperto e con l’obbligo di chiusura alle 22 organizzarsi per la cena può diventare complicato. Se ieri mattina lungo la Passeggiata c’era un gran fermento di lavori per completare la disposizione dei tavoli, alcuni ristoratori hanno preferito rinviare le aperture serali al fine settimana, per timore del brutto tempo, previsto per i prossimi giorni.

Il bilancio del primo giorno in fascia gialla, sia pure con alcune contraddizioni e il divieto di somministrare alimenti e bevande al bancone, è comunque abbastanza positivo. «Abbiamo lavorato abbastanza – dice Roberta Mugnani del bar Fappani, lungo la Passeggiata, aperto fino alle 22 – ci eravamo organizzati con i tavoli all’aperto e il servizio esterno. Per locali come il nostro la chiusura è stata un bagno di sangue. Siamo rimasti chiusi perché fare l’asporto in zona rossa diventata un costo in più da affrontare. Noi che siamo dipendenti siamo rimasti a lungo a casa, senza poter lavorare. È chiaro che oggi (ieri, ndr) poter riaprire è un bel segnale di speranza, in vista dell’estate. I clienti poi sono stati ordinati e distanziati, mentre nell’ultimo fine settimana, quando ancora non c’era il servizio ai tavoli, a volte è stato più difficile fare rispettare le distanze» .

«Il primo giorno di lavoro è stato soddisfacente – afferma Alessandro Masotti, marito e collaboratore della titolare del ristorante Armanda in viale Europa – abbiamo sfruttato lo spazio che abbiamo sulla terrazza e lateralmente. Siamo organizzati per poter fare fino a cento coperti all’aperto. Per la prima apertura all’ora di pranzo abbiamo avuto una cinquantina di persone. Diciamo che è stato un buon inizio. Quest’anno dopo mesi di chiusura non sono riuscito ad ottenere i ristori del governo. L’anno scorso invece quando Giuseppe Conte era presidente del Consiglio qualche ristoro lo avevamo avuto».

Allestimento con i tavoli esterni anche per Galliano, che in questi mesi di pandemia è rimasto aperto quasi sempre per garantire almeno l’asporto. «Abbiamo subito riposizionato i tavoli e come noi lo hanno fatto tanti sulla Passeggiata, cercando di sfruttare anche la possibilità che ci ha dato il Comune per poter allargare gli spazi che già avevamo a disposizione. Il vero problema di questa apertura in zona gialla è che ai bar hanno tolto la possibilità di somministrare anche un semplice caffè al bancone – spiega Roberto Vannozzi – Questa disposizione ci complica la vita e dimostra che il governo non ha le idee chiare. Speriamo che presto vengano allargate le maglie delle restrizioni e che si possa riprendere a lavorare come sempre».

In via Coppino il ristorante Il Porto si è fatto trovare preparato all’appuntamento, come altri ristoratori della Darsena. «C’era bisogno di ripartire – dice Grazia Moradei dello staff del locale – I nostri clienti sono venuti subito a trovarci. In questi mesi siamo rimasti in contatto con loro attraverso messaggi e social ma avevano bisogno delle nostre attenzioni. È stato un bel momento poterli accogliere nel ristorante anche se per ora possiamo farlo solo sulla veranda. A cena invece partiremo da venerdì e abbiamo già alcune prenotazioni. Il tempo in questi giorni è incerto, preferiamo non rischiare». –

S. C.

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