Il Tirreno

Milano: legale famiglia Pifferi, 'imputata sola colpevole, per lussuria ha tradito figlia'

13 maggio 2024
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Milano, 13 mag. (Adnkronos) - "Ci troviamo di fronte a una condotta di natura volontaria, a un caso agghiacciante in cui la responsabilità è chiara a seguito di granitiche prove, mai scalfite dagli esiti dell’istruttoria. In questo processo c’è solo una verità: Alessia Pifferi è colpevole dell’omicidio della piccola Diana, sapeva benissimo che abbandonando la figlia in quel modo ne avrebbe provocato la morte". Lo afferma Emanuele De Mitri, avvocato di parte civile, nel processo che vede imputata Alessia Pifferi accusata dell'omicidio aggravato della figlia Diana, di 18 mesi, lasciata morire di stenti. "Alessia Pifferi decide autonomamente di lasciare la figlia in casa, mente al compagno e ai familiari su dove è la bambina. Il dubbio sull'imputabilità è stata smantellata dalle perizia che sostiene che era capace di intendere e volere al momento del fatto e questo dato non è superabile da nessun problema cognitivo dell'infanzia o dalla sua poca volontà di studiare da bambina. Non ci sono anomalie comportamentali, non ci sono anomalie che possono inficiare l’istinto materno, non c’è nessun essere che non accudisce i propri bambini" aggiunge il legale che tutela gli interessi di Maria e Viviana, rispettivamente madre e sorella dell'imputata. "In quest'aula non c’è stato un solo elemento a suo favore. Abbiamo assistito a tentativi di giustificare una condotta omicidiaria, tentativi da commedia dell’arte meschini e gravi tentativi di denigrare la famiglia d’origine: è falso che la madre e la sorella l'hanno abbandonata. Ha tradito la piccola Diana, ha tradito il suo corpo nonostante ci dica che vive per lei. Alessia Pifferi ha accettato il solo esito possibile: la morte" prosegue. "E' stata una donna presuntuosa, è stata una donna lussuriosa che ha seguito l'appetito del corpo. Non c’è nessuna responsabilità dei familiari, Maria e Viviana mai avrebbero potuto pensare che Alessia Pifferi abbandonasse la figlia" e per questo l'omicidio "ha un solo responsabile, un solo nome" conclude l'avvocato che chiede di non concedere le attenuanti generiche e di liquidare 200mila euro per la madre dell'imputata e 150mila euro per la sorella come danno d'immagine (o 100mila euro ciascuna come provvisionale) per una famiglia che è "già attinta dall'ergastolo del dolore".
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