Il Tirreno

Toscana

L’intervista

Insicuri in città, la testimonianza: «A Roma temi furti o scippi, a Bruxelles quartieri off limits. E a Parigi...»

di Francesca Ferri

	Claudia Destrero; a lato poliziotti spagnoli (foto Eric Renom, LaPresse)
Claudia Destrero; a lato poliziotti spagnoli (foto Eric Renom, LaPresse)

Claudia Destrero, 23 anni, è romana di nascita e ha vissuto in molte grandi città

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A 23 anni, Claudia Destrero può considerarsi cittadina del mondo. Romana di nascita, dopo la laurea alla Sapienza in Scienze politiche e internazionali, ha vissuto a Parigi per due anni, dove ha conseguito una doppia laurea in Economia e psicologia in tre atenei: Paris School of Economics, Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne e Université Paris Cité. Nel mezzo, sei mesi a Vancouver, a 17 anni, un Erasmus+ a Bilbao tra i 19 e i 20 anni e oggi il lavoro a Bruxelles nell’unità di talent management di Eurocontrol, l’organizzazione europea per la sicurezza della navigazione aerea.

Partiamo dalla città natale. Quanto ti senti sicura a Roma?

«A Roma ci sono tanti fattori che influenzano la sicurezza. La mia casa è in centro, e mi sono sempre sentita tranquilla, anche la notte. Negli ultimi anni però le cose sono un po’ cambiate. A Trastevere, ad esempio, pur essendo presenti le forze dell’ordine, la situazione negli ultimi anni è comunque peggiorata rispetto al passato».

Qualche esempio concreto?

«Penso in particolare a ponte Sisto in cui ci sono molte gang che spacciano o, peggio, rapinano. Le pattuglie sono appostate su entrambi i lati del ponte, ma non sul ponte. Attraversarlo a volte è impossibile, fa paura».

Parigi nella classifica di Numbeo non appare una città molto sicura. Tu che impressione ne hai avuto?

«Sono partita per Parigi con tanta paura, e me l’aspettavo più pericolosa. In alcuni quartieri, tipo il 18°, il 19° e il 20° arrondissement, anche di giorno, da donna, non mi sono sentita a mio agio. In centro è diverso».

In che zona abitavi?

«In zone diverse: nel quartiere latino, a Gare de Lyon e a Bastille. Anche a Gare de Lyon mi sono trovata benissimo. Semmai il problema a Parigi è un altro».

Quale?

«Più che la delinquenza di strada, che eviti se non vai in alcune zone, quel che mi ha spaventata è stata la minaccia terroristica».

Hai un ricordo particolare?

«Nel 2023 quando c’è stato un attentato a Bruxelles, anche a Parigi intensificarono i controlli. Questo clima ti porta ad avere paura. Questa forse è la differenza: a Roma hai paura che ti scippino o ti seguano, a Parigi hai più la paura di un attentato».

E Bruxelles? Com’è vivere nella capitale d’Europa?

«Molto peggio di Roma e Parigi. Sono arrivata da poco, a ottobre, e devo dire che non mi sento completamente sicura, anche se per ora non è successo niente. Vivo nel quartiere congolese, un quartiere molto vivo. Mi conforta sapere che, se dovesse accadere qualcosa, essendo un luogo molto popolato, potrei contare sull’aiuto di qualcuno. I quartieri più belli, invece, sono in genere completamente isolati, senza un’anima per strada. Bruxelles è fatta così, è una città di estremi: puoi camminare nella via più bella, ma poi giri l’angolo e ti ritrovi in quella più brutta».

Un ricordo di Vancouver?

«Ero piccola, quindi ora sarà diverso. Vivevo a New Westminster, a 40 minuti di metro dal centro. Ricordo che era piena di persone che si drogavano in mezzo alla strada, che si distruggevano di eroina davanti a te, ma non davano fastidio. Le volte che sono stata negli Usa, invece, ho percepito chiaramente la sensazione di pericolo».

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