Toscana terra di cacciatori: via alla stagione venatoria per 60mila. Ecco regole, divieti, novità e calendario
Il via libera alle doppietta fino al 31 gennaio, ma non per tutte le specie. Polemica degli animalisti: «Norme troppo permissive». In Senato 53mila firme per lo stop
LIVORNO «In provincia di Pisa, tra il primo e il 31 gennaio 2026 la caccia a cesena, colombaccio, cornacchia grigia, gazza, ghiandaia, tordo bottaccio e tordo sassello, è consentita esclusivamente da appostamento». Mentre nello stesso periodo, nel grossetano, «la caccia ai Palmipedi, Rallidi e Trampolieri in forma vagante anche con l’uso del cane, è consentita solamente in determinate zone (e giù una lista di comuni) » . È invece vietata «la caccia alla pernice all’Isola d’Elba». Sono queste alcune delle disposizioni contenute nel dedalo di allegati e sotto allegati che regolano la stagione di caccia 2025/26 in Toscana che parte domani tra novità (la App TosCaccia dove scaricare il tesserino venatorio) e le polemiche degli animalisti sulla lunghezza del calendario e la (scarsa) tutela di alcune specie a rischio.
Regole e calendario
La bibbia del cacciatore, letta da oltre 6omila toscani, tante sono le doppiette nella nostra regione, «viene redatto con l’obbiettivo fondamentale – si legge nel documento della Regione – di garantire un corretto prelievo venatorio e contemporaneamente conservare tutte le specie oggetto di caccia». Per quello che riguarda il calendario la chiusura è fissata per il 31 gennaio 2026. Ma ci sono periodi specifici per ciascuna specie, con alcune differenze in base alla regolamentazione regionale. Ad esempio la caccia alla lepre e al merlo sarà possibile dal 21 settembre all’8 dicembre, mentre per codone, canapiglia, fischione, folaga, frullino e gallinella d’acqua si potrà sparare fino al 31 gennaio. Ma non tutti i giorni. In base al calendario, infatti, dopo l’apertura, è possibile esercitarla tre giorni alla settimana a scelta del cacciatore tra lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica. Lunedì, mercoledì e giovedì, insieme al sabato e alla domenica, sono le giornate in cui i cacciatori hanno la possibilità di scegliere liberamente quando andare a caccia, mentre martedì e venerdì sono considerati giorni di silenzio venatorio, in cui è vietata l’attività. Ma il calendario toscano – si legge al termine delle oltre 50 pagine di regolamento – prevede, nel periodo compreso tra il 1 ottobre ed il 30 novembre, la possibilità di effettuare cinque giornate di caccia continuative a settimana (invece delle canoniche tre) esclusivamente da appostamento fisso o temporaneo alla sola selvaggina migratoria. Tale possibilità, sempre nell’ottica di un prelievo venatorio conservativo ed adeguato alle popolazioni in transito».
Le reazioni
Rassicurazioni a cui le associazioni animaliste non credono. «Anche quest’anno – spiegano dalla Lipu – molte regioni hanno autorizzato la caccia ai turdidi, alla beccaccia e agli uccelli acquatici fino a fine gennaio, in piena fase di migrazione prenuziale, vietatissima dalla direttiva Uccelli. Come se non bastasse si potrà sparare a ben 21 specie che versano in cattivo stato di conservazione». Poi l’attacco al governo sul disegno di legge presentato al Senato dalla maggioranza, con l’avallo del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, «che dà il via a una sorta di piena liberalizzazione della caccia».
Ma su quali basi la Regione Toscana ha definito il calendario venatorio, è la domanda che si fa il Wwf. «Verrebbe da pensare – è la risposta – che lo abbia fatto sulla base delle indicazioni del mondo scientifico, tanto più che l’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale, massimo Ente scientifico in tema di fauna selvatica» è stato interpellato .«Al contrario – è la conclusione – in Toscana si sparerà per periodi più lunghi di quanto indicato come massimo accettabile da parte del Mondo scientifico. Addirittura si sparerà a specie che secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, dovrebbero essere completamente escluse dal prelievo venatorio come combattente e moretta». È in questo clima che ieri sono state consegnatein Senato le 53mila firme raccolte per la proposta di Legge di iniziativa popolare voluta da Animalisti Italiani, Enpa, Lac, Lav, Lndc Animal Protection e Oipa, per l’abolizione della caccia. Mentre Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera ha chiesto al Governo che 4 ottobre, «giornata mondiale degli animali in onore di San Francesco, vieti l’attività venatoria su tutto il territorio nazionale». l