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L’intervista

Maltempo, Toscana colpita da eventi estremi: «Centomila fulmini e “flash flood”, vi spiego com’è nata la perturbazione» – Video

di Francesco Paletti

	Tommaso Torrigiani e fulmini su Piombino
Tommaso Torrigiani e fulmini su Piombino

L’esperto del Lamma interviene sulla nascita e sugli effetti della doppia perturbazione che nelle scorse ore ha interessato gran parte della regione fra danni e disagi

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Punto primo: «Quello che è accaduto nella giornata di mercoledì sulla Toscana è qualcosa di rarissimo, se non unico, che penso abbia pochissimi precedenti, almeno nel nostro territorio». Punto secondo: «Il fatto che finora siano da considerare eventi straordinari, non significa che sarà così anche in futuro. Il clima sta cambiando per effetto del surriscaldamento globale e il verificarsi di eventi temporaleschi molto più violenti di quelli cui siamo abituati sarà una delle conseguenze».

Non ha dubbi Tommaso Torrigiani, meteorologo e climatologo da sedici anni in servizio al Lamma Toscana, il consorzio pubblico promosso da Regione Toscana e Cnr e che si occupa di previsioni e monitoraggio meteorologico: sono sì ancora rari gli eventi meteorologici estremi come quelli accaduti nelle ultime ore in diverse aree della regione, con una coda potrebbe arrivare fino all’alba di questa mattina tanto che la protezioni civile della Toscana ha emesso un’allerta gialla per rischio idrogeologico e temporali forti, fino alle 8 di stamani. Ma sempre meno che in passato.

Allora perché ha parlato di eventi rarissimi?

«Per la coincidenza del persistere di due fenomeni atmosferici estremi, ma differenti, su un’area limitata come la Toscana e a una manciata di ore l’uno dall’altro. La rarità sta soprattutto in questo, oltreché nell’enorme quantità energia generata che si è tramutata in una vera e propria tempesta di fulmini (109mila registrati in dodici ore, ndr) di dimensioni di cui almeno io non ho memoria».

Per la precisione che cosa è accaduto sui cieli della Toscana?

«Le condizioni atmosferiche esistenti, caratterizzate dalla disponibilità di tanta energia e da una limitata differenza di venti in quota, hanno dato vita a due fenomeni temporaleschi di terzo livello, ossia fra i più violenti, originatisi però in due diverse aree e con caratteristiche fra loro anche lievemente diverse: uno si è formato al mattino sopra il Mar Ligure ed ha investito la Toscana settentrionale, in particolare la Versilia; l’altro sul Mar Tirreno, scaricandosi sul grossetano e le aree limitrofe».

In che cosa si sono differenziati?

«Non nella violenza della perturbazione, ma nella loro diversa stazionarietà: nella Toscana settentrionale si sono sì scatenati moltissimi violenti temporali della durata di circa mezz’ora, scaricando comunque una media di cinquanta millimetri d’acqua, una quantità più che sufficiente per mettere fuori uso un sottopasso o far esondare un piccolo corso d’acqua …».

Invece quello nella Toscana meridionale?

«La perturbazione, pure qui violentissima, si è contraddistinta per maggiore stazionarietà e, quindi, anche pericolosità potenziale: i temporali, infatti, hanno sostato sulle stesse aree per alcune ore, scaricando, in media, più di cento millimetri, a volte anche di più come nel caso di Orbetello. Diciamo che per la violenza della perturbazione è andata anche bene».

Sono eventi cui bisogna cominciare ad abituarsi?

«La coincidenza dei due eventi dei giorni scorsi penso che continuerà a restare abbastanza rara, per quanto con probabilità di ripetersi maggiori di quelle cui siamo abituati. Ma le perturbazioni atmosferiche estreme sono in considerevole aumento anche in Toscana e credo che continueranno a crescere anche in futuro, per effetto del surriscaldamento globale e in particolare di quello dei mari».

Anche le tempeste di fulmini sono destinate ad aumentare?

«Certo. Sono strettamente collegate ai temporali estremi. È chiaro che una tempesta di oltre 100mila fulmini in otto ore rimane qualcosa di rarissimo e non facilmente ripetibile. Ma aumenteranno e sono anche pericolose: ogni anno fanno molte vittime».

Come difendersi?

«I consigli sono sempre gli stessi: se si è in casa non muoversi. Se si è fuori, evitare di ripararsi sotto gli alberi».

Anche le precipitazioni, però, possono essere molto pericolose.

«Quelle di questo tipo sì. Soprattutto per quanto riguarda il rischio idrogeologico. Fra addetti ai lavori si parla di “flash flood”, alluvioni improvvise. Quando capitano, se si è nel posto sbagliato, possono essere guai seri, purtroppo: si rischia la vita».

Quindi?

«Bisogna stare in luoghi sicuri: il migliore di tutti è la casa, sempre però seguendo le allerte e i monitoraggi istituzionali. La cosa peggiore? Andare a curiosare lungo i corsi d’acqua in piena».

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