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L’addio a Pippo Baudo, da Benigni a Bocelli l’omaggio al conduttore: «Ci ha scoperti tutti, era un prodigio della tv»


	Pippo Baudo e Roberto Benigni sul palco del festival di Sanremo 2002 (foto Lapresse)
Pippo Baudo e Roberto Benigni sul palco del festival di Sanremo 2002 (foto Lapresse)

L'Italia piange la scomparsa del presentatore scomparso ieri a Roma all’età di 89 anni. Amici e colleghi ricordano il suo straordinario talento nel valorizzare nuovi artisti e il suo ruolo cruciale nella storia della televisione italiana

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ROMA. Dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Roberto Benigni, l'Italia piange la scomparsa di Pippo Baudo, morto ieri sera all'età di 89 anni. Il Capo dello Stato nella notte si è detto addolorato dalla morte di Pippo Baudo, protagonista e innovatore della televisione, ricordandone, in una dichiarazione, la professionalità, la cultura, il garbo e la straordinaria capacità di interpretare i gusti e le aspettative dei telespettatori italiani. Talmente legato al piccolo schermo che anche l'orario in cui si è diffusa la notizia riporta a quella sua amata “prima serata” di cui era il re indiscusso e che oggi nel mondo della total audience è meglio nota come “prime time”.

«Con lui e grazie a lui momenti di spettacolo televisivo prodigiosi di un'allegria sfrenata e di una gioia incontenibile. Bravissimo. Un grande professionista. Grazie caro Pippo», fa sapere in una nota Roberto Benigni. Al Campus Biomedico, dove Pippo si è spento ieri, tanti gli amici e i fan che hanno voluto portare il loro ultimo saluto al celebre personaggio tv. Tra questi anche Lorella Cuccarini, che ha ammesso: «Sei stato il mio maestro e il mio papà artistico. Grazie a te la mia vita è stata piena di soddisfazioni e i miei sogni di bambina si sono avverati».

Orietta Berti ha commentato: «Insieme al caro Mike Bongiorno, Corrado, Costanzo, Tortora e Vianello, Pippo è stato un pilastro della storia della televisione italiana che ormai non c'è più ma rimarrà di grande esempio. Un vero pioniere e inventore della tv di oggi. Talmente tanti i ricordi vissuti con il caro Pippo: da Settevoci a metà anni '60 (entrambi giovanissimi), alla sua intuizione con i teatri tenda che facemmo insieme con il Circo Triberti a Milano in piazza Duomo per selezionare le voci nuove e ospitare grandi personaggi a Canzonissima, Un disco per l'estate e fino ai tanti Sanremo insieme. Ricordo poi il Sanremo del 1992 insieme a Giorgio Faletti».

Mentre Stefano De Martino, in qualità di patron del Premio Lunezia, ricorda che «Pippo Baudo ha scandito il nuovo tempo del Premio Lunezia, protagonista di un'edizione anniversario nel 2005, decima edizione che consacrò noi e la piccola Aulla a nuova città della musica leggera. Storico fu il “ceffone” che mi mollò sul palco dicendomi “ora vatti a riposare”, storica e incredibile fu la sua presenza, la sua incredibile scioltezza, nelle quinte richiamava il silenzio cosi come faceva a Sanremo. Quel Sanremo che sarebbe tornato a dominare nel 2006 e nel 2007».

Beppe Grillo, su X ha ricordato il suo passato di comico: «Caro Pippo, ora che comparirai al Supremo cerca di non dire “l'ho scoperto io”. Con immenso affetto, Beppe».

La camera ardente si svolgerà tra lunedì e martedì al Teatro delle Vittorie, per volere dei dirigenti Rai, mentre i funerali si svolgeranno a Militello mercoledì 20 agosto, nel suo paese natale che quel giorno osserverà il lutto cittadino. «Ci ha scoperto tutti e tutti, senza di lui, siamo più scoperti», le parole commosse di Claudio Baglioni, che così conclude: «Era attento, curioso, appassionato, laborioso, versatile, spiritoso, colto, meticoloso. Era tante cose, molte di più delle tante che ha fatto. Sarebbe riuscito a far bene anche altro, oltre la tv, se questa non l’avesse accaparrato. È stato un grande. SuperPippo. Davvero il più grande. È stato grandioso».

«Dicono abbia inventato la televisione italiana. Sicuramente ne è stato uno dei grandissimi protagonisti. Io pure, con un affetto oggi velato di malinconia, per la sua scomparsa, m’accodo alla lista di chi dichiara nei suoi confronti un forte debito di riconoscenza – ha dichiarato Andrea Bocelli  – Perché Pippo Baudo, in oltre sessant’anni di strepitosa carriera, ha aiutato tantissimi amici e colleghi a emergere, col fiuto infallibile del talent scout e con la generosità della persona per bene. Insieme a Luciano Pavarotti e a pochi altri, è tra coloro che più mi hanno sostenuto, nei miei passi, iniziali e tardivi, verso la notorietà». «Qualche anno fa – si legge ancora nel post del tenore toscano su Instagram – in uno special televisivo, tra i racconti di tanti colleghi, la voce di Pippo Baudo e la sua testimonianza sui miei esordi, come sempre generosa e partecipata, mi emozionò e mi inorgoglì, rinnovando la mia gratitudine nei suoi confronti. Una gratitudine che perdura, proprio come accade nel cuore di tantissimi italiani. Una gratitudine che oggi diventa preghiera e un pensiero colmo di affetto, nel desiderio di salutare Pippo e rendere ancora più sereno il suo viaggio, oltre le quinte del cielo», conclude il tenore.


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