È morto Gabriele Fanetti, la storia dello “scatto” in Toscana: il suo negozio era il tempio dei fotografi di tutta Italia
Era il titolare di FotoModerna, nel centro di Siena: amico e consigliere fidato di migliaia di fotografi, professionisti e amatoriali, in tutta Italia
SIENA. È morto all’età di 68 anni Gabriele Fanetti, storico volto della fotografia senese e toscana. Il suo negozio in via delle Terme, nel cuore di Siena, era molto più di un esercizio commerciale: era un luogo d’incontro, un rifugio, un laboratorio di idee e di passioni. Un tempio per chiunque amasse davvero la fotografia, al di là delle mode e delle convenienze. La tragica notizia è arrivata nella mattina di domenica 17 agosto.
Un negozio diventato culto
Fanetti non vendeva semplicemente macchine fotografiche: restaurava memorie, rimetteva in vita oggetti carichi di significato, aiutava chi non poteva permettersi il meglio a trovare comunque la soluzione più adatta, sempre con discrezione. «La mia prima macchina fotografica era malconcia, lui me l’ha sistemata – scrive sui social uno storico – senza farmelo chiedere, senza sottolinearlo. Sempre con rispetto e generosità». Nel suo “librone dell’usato”, come lo chiamavano in molti, si nascondevano occasioni preziose, ma anche storie, consigli, esperienze. Per tanti fotografi, dai dilettanti agli affermati professionisti, quel negozio era un punto di passaggio obbligato, quasi un rito.
Consigli, mai vendite forzate
Gabriele aveva un modo unico di rapportarsi ai suoi clienti, che spesso diventavano amici. «Al Photoshow del 2006 a Roma ci siamo incontrati per la prima volta – racconta un collega – non cercavi mai di vendere qualcosa, cercavi solo di capire cosa fosse giusto per me». Nel tempo, le passioni si sono trasformate in collaborazioni professionali, le chiacchierate in bottega in legami duraturi. «Ci siamo fatti tante risate all’ultimo pranzo insieme” scrive chi lo ha conosciuto da vicino. “La fotografia ti deve moltissimo. Anche io, anche questa città».
Un’eredità silenziosa
Fanetti era una di quelle presenze silenziose ma fondamentali: non cercava i riflettori, ma li sapeva accendere sugli altri. Ha visto passare tra le sue mani migliaia di corpi macchina, ma soprattutto migliaia di storie. E a ognuna di esse ha dato ascolto, spazio, cura. Oggi, chi passa davanti al suo negozio chiuso sa che se ne va un pezzo di storia non solo di Siena, ma della fotografia in Toscana.
Un addio condiviso
La notizia della sua scomparsa ha subito raccolto decine di messaggi di cordoglio e gratitudine. Amici, clienti, professionisti, appassionati: ognuno con un ricordo, un sorriso, un gesto gentile da riportare alla memoria. «Spero che Siena non dimentichi quello che ha fatto per questa città e per tutti noi. Buon viaggio, Gabriele».