Strage sulla A1, l'anima civica del Valdarno: «Quel tratto di Autosole è un imbuto. Serve la terza corsia, progetto e soldi ci sono»
Francesco Carbini, ex consigliere comunal, oggi impegnato nella costruzione della lista “L’altra Toscana” con Del Ghingaro: «Sollecitare ministero e Autostrade»
AREZZO. Il giorno prima dell’ultima strage sulla A1 nella quale hanno perso la vita tre persone, era tornato proprio a chiedere la costruzione della terza corsia tra Valdarno e Incisa. «Non volevo fare l’uccello del malaugurio, ma quel tratto è un imbuto infernale, ancor di più ora che ci sono le tre corsie tra Incisa e Firenze sud», afferma Francesco Carbini, ex consigliere comunale a San Giovanni Valdarno e oggi impegnato nella costruzione della lista civica “L’altra Toscana” con Giorgio Del Ghingaro .
Con la terza corsia quella tragedia poteva essere evitata?
«Questo non lo so, però la realizzazione della terza corsia è un problema che come liste civiche solleviamo da 16 anni. Ma il dibattito e le polemiche vanno avanti dagli anni Novanta».
Poteva essere già realizzata?
«Certo, per questo è un’occasione mancata. Oggi non si tratta di piangere sul latte versato ma fare di necessità virtù. Per allargare questi quindici chilometri dell’Autosole ci sono sia il progetto che i soldi».
Quindi cosa serve?
«La volontà. Il ministero ha la proposta programmatica e aspetta la proposta tecnico-economica. È necessario inchiodare Autostrade alle proprie responsabilità. E questo spetta al presidente della Regione Eugenio Giani, che deve essere sollecitato da tutti gli enti locali. Questo affinché la conferenza Stato-Regioni la metta come atto formale nei confronti del ministero».
Ma quel tratto di Autosole in fondo è uno snodo fondamentale per tutto il Paese.
«Infatti dovrebbe essere un problema che non deve interessare i parlamentari del Valdarno o della Toscana, ma di tutto il Paese. Non a caso abbiamo proposto che la terza corsia arrivi fino a Chiusi e Chianciano».
La tragedia di lunedì può accelerare e sbloccare la situazione?
«Questa tragedia ha toccato nel profondo la comunità. Potrebbe essere l’occasione per trovarsi tutti d’accordo come per la costruzione dell’ospedale “La Gruccia” quando socialisti, comunisti e democristiani remarono dalla stessa parte».
Il progetto cosa prevede?
«La realizzazione di un’altra corsia tra Incisa e Valdarno. Si tratta di una quindicina di chilometri, tra l’altro meno impegnativi di quelli tra Firenze sud e Incisa. Il progetto è talmente avanti che sono state già previste le opere di compensazione che però, a nostro avviso, andrebbero riviste al rialzo: sono occasioni che per un territorio capitano raramente. Ecco perché bisogna chiedere di più».
Come migliorerebbe il traffico?
«Lo migliorerebbe, e di molto. Pensi che tanti, me compreso, preferiscono ora una viabilità alternativa rispetto a imboccare l’autostrada».
Lei ha accusato molti politici, oggi sindaci o assessori, di essersi opposti negli Ottanta a questa soluzione? Secondo lei lo hanno fatto per interesse o per scarsa lungimiranza?
«Non è una questione personale. Credo che molti, tornando indietro, eviterebbero di scrivere con lo spray “no alla terza corsia”. Qualcuno mi ha anche chiamato per dirmi che ho ragione». l