Il Tirreno

Toscana

Ambiente e salute

Maleodoranze in Toscana, arriva il naso elettronico: come funziona e le zone dove l’aria è più “cattiva”

Maleodoranze in Toscana, arriva il naso elettronico: come funziona e le zone dove l’aria è più “cattiva”

Dopo due campagne di segnalazione dei cittadini, entra in funzione il sistema Ioms. Rileverà in modo oggettivo le emissioni moleste da impianti, discariche e siti industriali

3 MINUTI DI LETTURA





La cartina della Toscana è segnata da una scia di “pallini” rossi: ad ognuno corrispondono segnalazioni di cattivi odori. Le famose maleodoranze che affliggono soprattutto le zone intorno ad aree industriali, siti di produzione, discariche, depuratori... L’Arpat ha effettuato due campagne di rilevazione negli ultimi anni invitando i cittadini a segnalare problemi di “convivenza” olfattiva. Una nel 2019, la seconda nel 2022.

Due campagne Arpat

E adesso la Toscana si dota – tra le prime regioni in Italia – di un sistema di rilevamento elettronico, quindi “oggettivo” per captare i cattivi odori. Contro le maleodoranze scende infatti in campo un alleato tecnologico: si chiama Ioms (Instrumental Odour Monitoring System) , soprannominato “naso elettronico”. Un sistema innovativo che ha seguito già due anni di addestramento e potrà essere utilizzato laddove c’è necessità. Come spiega il direttore dell’Agenzia per l’ambiente della Regione Toscana, dottor Piero Rubellini, «il naso elettronico è stato testato sugli impianti di bitumi e asfalti, due anni di addestramento che hanno consentito di arrivare alla cosiddetta “impronta odorimetrica”. In altre parole il “naso” può riconoscere questo tipico odore. E adesso la formazione prosegue sulla depurazione degli scarichi».

La mappa dei “puzzi”

Nel corso delle due campagne Arpat, sono stati individuati i luoghi con maggior concentrazione di maleodoranze. «Abbiamo cercato di costruire una rete di riferimento – spiega ancora Rubellini – sulla base delle segnalazioni dei cittadini». Le zone più problematiche sono ovviamente quelle più vicine o con maggior incidenza di siti industriali, di produzione, nei pressi di discariche. Se guardiamo la mappa della Toscana, vediamo che il maggior numero di segnalazioni arriva dalla provincia di Firenze, che ha la maggior percentuale di residenti, seguite in modo abbastanza uniforme da tutte le province, sia della costa che dell’interno. La presenza di impianti industriali è determinante. Per esempio nella provincia di Pisa, le aree del Cuoio fanno scattare l’alert. A Livorno è l’area del Picchianti quella più problematica. Segnalazioni arrivano anche dalla zona a sud della provincia livornese, in corrispondenza delle aree industriali di Piombino, mentre a Grosseto è l’area agricola, con i numerosi impianti di biomasse, ad alzare l’asticella.

Fra le zone della Toscana più delicate e maggiormente tenute sotto osservazione per i cattivi odori, è evidenziata l’area limitrofa all’azienda Silo di Firenze. Ma, probabilmente, molte altre finiranno sotto il giudizio del “naso elettronico” appena sarà in funzione.

Il rilevamento

La norma Uni En 13725 stabilisce che l’impatto odorigeno è valutato in base ai dati di concentrazione di odore espressi in unità odorimetriche o olfattometriche al metro cubo (ouE/m3) che rappresentano il numero di diluizioni necessarie affinché il 50% degli esaminatori non avverta più l’odore del campione analizzato. Infine, arriva un sistema di hardware e software che gestisce ed elaborano tutti i dati raccolti. Fino ad ora, il “naso elettronico” è stato addestrato per riconoscere la miscela di sostanze emesse (il cosiddetto profilo olfattivo) durante la produzione di conglomerati bituminosi ed asfalti, ma l’obiettivo è quello di espandere progressivamente la sua capacità di riconoscere profili olfattivi provenienti da differenti impianti produttivi. Ioms renderà più efficiente il lavoro degli operatori Arpat, e fornirà dati oggettivi che potranno essere utilizzati per aggiornare le autorizzazioni ambientali già rilasciate o per modificare quelle esistenti, con prescrizioni più stringenti per le aziende che producono odori molesti. Secondo i tecnici di Arpat, grazie a questo strumento saranno superati i limiti delle indagini tradizionali, spesso lunghe e complesse, e potrà essere offerta una risposta più rapida e precisa alle segnalazioni dei cittadini. Ci sarà poi l’attivazione di una applicazione (app) web per le segnalazioni degli odori.

M.M.

Le notizie del momento

Italia

Muore sul lavoro a 61 anni: cade dal camion e viene trovato da un passante

Estate