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Ecco come contestare una cartella esattoriale contenente errori

Ecco come contestare
una cartella esattoriale
contenente errori

Istanza di autotutela oppure ricorso: i consigli dell'avvocato Biagio Depresbìteris

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Mi è arrivata una cartella esattoriale e, controllando bene, mi sono accorta che c’è un errore: l’importo richiesto non corrisponde a quanto effettivamente dovuto secondo i miei calcoli, e ho anche dei documenti che lo dimostrano. Prima di muovermi, però, vorrei capire bene: sono comunque obbligata a pagare subito per poi fare ricorso, oppure posso bloccare tutto fino a quando non viene chiarita la situazione? Qual è la strada giusta da seguire per tutelarmi, evitando che nel frattempo scattino sanzioni o pignoramenti?
Sonia da Lucca

No, non è necessario pagare la cartella prima di effettuare la contestazione. Solo successivamente, se la contestazione venisse respinta, si dovrà necessariamente procedere al pagamento.

Tuttavia, ai fini della contestazione risulta essenziale rispettare termini perentori precisi e addurre motivi concreti e documentabili.

Ma facciamo un passo indietro: una cartella esattoriale è un atto ufficiale con il quale l’ente incaricato della riscossione comunica formalmente al contribuente l’esistenza di un debito non pagato, che può derivare da tasse, imposte, sanzioni amministrative, contributi previdenziali o altre somme dovute a enti pubblici.

Una volta ricevuta la cartella, il contribuente può decidere se pagare, chiedere una rateizzazione del debito, oppure contestare la stessa.

In particolare, a fronte di vizi dell’atto, siano essi formali o attinenti al merito della pretesa, la legge prevede la possibilità di presentare un’istanza di autotutela all’ente creditore o all’ente della riscossione, oppure di proporre ricorso dinanzi l’autorità giudiziaria competente.

L’autotutela è una procedura amministrativa che consente di richiedere l’annullamento o la correzione della cartella esattoriale direttamente all’ente di riscossione o all’ente creditore qualora il motivo della contestazione riguardi un errore materiale o un vizio di forma.

In alternativa, il ricorso va presentato presso la Commissione Tributaria Provinciale competente per territorio se il debito riguarda imposte erariali; al Giudice di Pace se il debito deriva da sanzioni amministrative; al Tribunale (Sezione Lavoro) se deriva da contributi Inps/Inail.

Il termine per presentare ricorso decorre dal momento della notifica effettiva dell’atto, e nello specifico, 60 giorni per presentare ricorso alla Commissione Tributaria; 40 giorni per il Tribunale; infine 30 giorni per le sanzioni amministrative.

Affinché la contestazione possa andare a buon fine è utile conoscere i motivi per i quali la cartella può essere contestata, fra i più frequenti: l’importo sbagliato; i dati anagrafici errati; le somme già pagate; la prescrizione del debito.

Ovvero per vizi formali quali carenza di legittimazione attiva o passiva, notifica mai avvenuta o irregolare, ecc.

È bene sottolineare che la presentazione del ricorso non sospende automaticamente l’esecuzione della cartella esattoriale, per ottenere quest’ultimo effetto è infatti necessario presentare un’istanza di sospensione adeguatamente motivata.

Servizio sportello legale: Il Tirreno si avvale della competente e qualificata collaborazione dello studio legale Depresbìteris-Scura. I professionisti di questo studio rispondono settimanalmente ai quesiti che arriveranno a sportellolegale@iltirreno.it.

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