Il Tirreno

Prato

Le indagini

Prato, secondo la Procura il killer di Denisa non ha agito da solo

di Paolo Nencioni

	Vasile Frumuzache con le sue due vittime, Maria Denisa Paun e Ana Maria Andrei
Vasile Frumuzache con le sue due vittime, Maria Denisa Paun e Ana Maria Andrei

Chiuse le indagini sull’omicidio della escort romena nel residence Ferrucci: Vasile Frumuzache è capace di intendere e rischia l’ergastolo, contestata la premeditazione

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PRATO. Vasile Frumuzache, la guardia giurata di Monsummano arrestato ai primi di giugno per l’omicidio della escort romena Maria Denisa Paun, avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 maggio nel residence Ferrucci di Prato, non ha agito da solo. Questa la convinzione della Procura di Prato che traspare dall’avviso di chiusura indagini notificato in questi giorni all’assassino reo confesso. Nell’avviso infatti si sostiene che Frumuzache ha agito “in concorso con altri soggetti non ancora identificati”. A Frumuzache viene contestata anche la premeditazione perché, si spiega, dalle immagini delle telecamere piazzate intorno al residence è emerso che la guardia giurata avrebbe compiuto due sopralluoghi nelle strade limitrofe nella giornata del 14 maggio per verificare le vie di fuga e il flusso dei clienti.

Passati tre mesi, Frumuzache non racconta più, come aveva fatto all’inizio, la versione inverosimile secondo la quale avrebbe decapitato Denisa all’interno della stanza 101 del residence (peraltro senza lasciare nemmeno una goccia di sangue). Ammette di aver portato il corpo nella sua abitazione di Monsummano e di aver fatto il “lavoro sporco” lì, prima decapitando la povera Denisa, poi tentando di bruciare il cranio in un campo (sono rimasti dei frammenti ossei) e infine portando il resto del corpo nelle vicinanze di un casolare abbandonato alle Panteraie di Montecatini. I suoi spostamenti sono stati ricostruiti grazie al gps montato a fini assicurativi sulla sua auto.

Vasile Frumuzache ha fatto ritrovare i due telefoni cellulari sottratti alla sua vittima, ma continua a dire di aver agito da solo, circostanza alla quale come si è detto la Procura ancora non crede. L’assassino ne ha parlato anche con la moglie, in un colloquio intercettato in carcere, e la moglie si è mostrata incredula.

Ora la Procura è pronta a esercitare l’azione penale chiedendo il rinvio a giudizio e Frumuzache rischia grosso, probabilmente l’ergastolo, perché una perizia psichiatrica affidata a due esperti ha stabilito che l’indagato era capace di intendere al momento dei fatti e può stare in giudizio.

Il caso non è chiuso, perché la Procura continua a indagare su possibili altri omicidi compiuti da Frumuzache, oltre a quelli di Maria Denisa Paun e Ana Maria Andrei, questo avvenuto un anno prima a Montecatini (il corpo è stato trovato a poca distanza da quello di Denisa, alle Panteraie).

Il procuratore Luca Tescaroli ricorda anche che Frumuzache è stato oggetto di un’aggressione da parte di un detenuto (lontano parente di Denisa) appena è arrivato nel carcere della Dogaia (gli fu gettato in faccia olio bollente). Un fatto di particolare gravità, scrive il procuratore, perché “ogni persona, anche se in ipotesi responsabile di gravi crimini, ha il preciso diritto di essere tutelata, trattata con umanità e rispettata come essere umano”.

Il procuratore ricorda anche che è stato recentemente accolto il suo invito a potenziare il sistema di videosorveglianza cittadino e in particolare i server per risolvere i problemi che si sono presentati all’inizio delle indagini sull’omicidio, cioè la difficoltà nello scaricare le immagini che erano fondamentali per risolvere il caso.

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