Il Tirreno

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Il caso

Massa, il blitz nel fiume trasformato in una piscina: c'era anche una capanna.. "in affitto"

di Melania Carnevali

	Un momento del blitz e la capanna (foto Cuffaro)
Un momento del blitz e la capanna (foto Cuffaro)

A Massa ignoti l’hanno costruita con teli di nylon e pietre a fare da argine. Sarà presentata anche una denuncia

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MASSA. Un telo blu come tetto, massi e alberi incastonati a fare da pareti, un pancale messo in verticale a mo’ di porta e anche un cartello verde con scritto “affittasi”. Un’ironia, il cartello, ma non il resto: una baracca con tanto di sedie e tavoli per pranzi, cene e chiacchierate varie piazzata lungo il fiume Frigido, a Massa, cioè in un’area a rischio esondazioni, con tanto di “piscina” realizzata con teli di nylon e massi a fare da argini. L’ha scoperta ieri mattina la polizia municipale durante un blitz realizzato con i tecnici di Asmiu (azienda che gestisce i rifiuti) proprio contro le costruzioni abusive lungo l’alveo, che sulle Apuane non sono una novità. Anzi: si potrebbe parlare quasi di tradizione.
 

È dagli anni Duemila, forse anche prima, da quando il fiume è stato riscoperto dagli abitanti come alternativa fresca e selvaggia alla spiaggia calda e affollata, che lungo il Frigido, ogni estate, vengono costruite mini baracche attrezzate e pozze per i bagni. La coscienza ambientale, all’epoca, era ai minimi. Si parlava di dissesto idrogeologico, sì, ma non troppo. I reati ambientali dovevano ancora essere introdotti nel codice penale e la tutela dell’ambiente era affidata principalmente a sanzioni amministrative.

Nel 2019 il Comune di Massa ha iniziato la stesura del Contratto di fiume (sottoscritto nel 2022), strumento per la gestione sostenibile del Frigido e del territorio circostante. Nelle 91 pagine del documento viene scritto che «il corpo idrico (è) fortemente modificato per la presenza di argini artificiali e per la presenza in alveo di costruzioni (abitazioni ed edifici produttivi), marmettola e residui di escavazione». È partita così un’attività di controllo che si è intensificata e strutturata a partire dallo scorso con un primo blitz della polizia municipale guidata da Giuliano Vitali che a “Il Tirreno” spiega: «L’obiettivo è evitare che vengano realizzati manufatti abusivi che danneggiano l’area, pensata per essere a disposizione di tutti, e che possano avere ricadute negative sull’ecosistema fluviale. Oggetti e strutture improprie possono infatti ostruire il corso del fiume e alterare l’habitat naturale». Un’operazione, continua, «che si inserisce nel più ampio presidio di sicurezza dell’area delle Guadine». Porta sempre la sua firma infatti l’ordinanza di limitazione del traffico nei fine settimana: fino al 31 agosto, nei weekend, solo i residenti possono transitare in via Alta Tambura nel tratto tra il bivio (direzione Forno) a Resceto. «Da una parte – continua Vitali – lo abbiamo regolato dal punto di vista della viabilità, per evitare l’intasamento, e dall’altra dal punto di vista ambientale».

Nel blitz di ieri gli agenti della polizia municipale hanno trovato sedie, tavoli, pancali, diversi teli di nylon usati per creare pozze. Sono stati i tecnici di Asmiu a infilarsi in acqua per rimuovere tutto. Verrà presentata alla procura denuncia contro ignoti per reati ambientali. «Non è questo l’uso corretto del fiume – spiega Vitali -: così facendo si creano danni ambientali che si ripercuotono sulla comunità».

La notizia del blitz si è diffusa rapidamente. A commentarla è Nicola Cavazzuti, segretario di Rifondazione del circolo di Massa centro e responsabile provinciale ambiente del partito: «Avranno potuto sicuramente constatare – dice – la presenza di residui di lavorazione del marmo depositati nel fiume, cioè marmettola, che non dovrebbe esserci. Vista la sensibilità ambientale del comandante dei vigili urbani ritengo che a breve scatteranno anche i controlli della polizia municipale per individuare le fonti di inquinamento del nostro fiume». Un tema a cui replica Vitali sostenendo che «non siamo l’Arpat, ma sicuramente verrà data comunicazione di quanto trovato»
 

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