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Pronto soccorso, l’estate calda: «In Toscana mancano 100 medici di emergenza-urgenza»

di Francesca Ferri
(foto di repertorio)
(foto di repertorio)

E con l’arrivo dei turisti la situazione è esplosiva, l’allarme del sindacato: «In difficoltà gli ospedali medi»

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«In condizioni normali si stima che nei pronto soccorso della Toscana manchino circa 100 medici rispetto a quelli di cui c’è bisogno. Per avere un’idea di quale sia la carenza nelle località di vacanza d’estate, basta fare la proporzione con l’aumento delle presenze per l’arrivo dei turisti». A suonare l’allarme per i prossimi due mesi è Gerardo Anastasio, segretario di Anaao Assomed Toscana, il sindacato dei medici ospedalieri.

Guardia medica prudente

Le contromisure per garantire assistenza sanitaria a chi viene in Toscana in vacanza ci sono. La guardia medica turistica è stata allestita e, in alcune zone, come la provincia di Grosseto, è stata perfino potenziata rispetto all’anno scorso. Ma non basta. E non solo in termini di “quantità”. «Spesso – spiega Anastasio – in guardia medica vengono mandati colleghi neolaureati che, di fronte al primo problema, mandano i pazienti direttamente al pronto soccorso. E, si badi bene, secondo me di questi tempi è una decisione giusta, vista la facilità per un medico di ritrovarsi con una denuncia».

Medie strutture in affanno

Il punto è che tutto finisce sempre lì, al pronto soccorso, dal trauma grave alla caviglia slogata. E mentre nei grandi ospedali, secondo la lettura dell’Anaao, i pronto soccorso riescono meglio a gestire la situazione, più in affanno sono gli ospedali medi, «quelli – spiega Anastasio – dai 220 posti letto in su: Arezzo, Prato, Pistoia, Grosseto, Livorno, Cecina, Piombino, oltre a Lucca dove ci sono problemi cronici». Gli ospedali più piccoli il problema non ce l’hanno, «perché non hanno proprio il pronto soccorso, ma solo un punto di primo soccorso. Penso a ospedali come Pitigliano in provincia di Grosseto», spiega ancora Anastasio.

Il diritto alle ferie

Per uno dei soliti paradossi all’italiana che spesso coinvolgono i diritti dei lavoratori, il sistema si è inceppato nel momento in cui non è stato più possibile aggirare il diritto alle ferie. «La recente giurisprudenza ha stabilito che, se il medico non fruisce delle ferie, l’azienda sanitaria è obbligata a pagargliele – spiega il segretario di Anaao Assomed Toscana – e quindi le aziende adesso sono molto attente a far fare le ferie». In questo modo però si assottigliano ulteriormente gli organici.

Aumentare l’indennità

Uno dei modi per attirare personale è offrire una maggiore remunerazione. «Al momento – spiega ancora Anastasio – l’indennità di pronto soccorso ammonta a un euro all’ora per le 12 ore di turno, quindi un totale di appena 12 euro, per altro fissata da un contratto, l’ultimo, che è scaduto nel 2021. Come Anaao stiamo ragionando di aumentare l’indennità e di portarla in maniera retroattiva fino al 2023 a 30 euro per il turno di 12 ore. Quindi, dal 2023 in poi, a 60 euro. Contando che in genere si fanno tre turni a settimana, sono circa 500-600 euro al mese, che cominciano a essere una cifra allettante».

Percorso snobbato

C’è però un problema a monte. «Se anche domattina la Regione facesse un bando per 150 nuove assunzioni di medici per i pronto soccorso, non ci sarebbero medici candidati – spiega Anastasio – perché il 70-80% dei corsi di specializzazione in Emergenza-urgenza è deserto». Le condizioni di lavoro, lo stress, la paga bassa rispetto ai colleghi di altri Paesi europei, il timore di denunce facili da parte di pazienti o di loro familiari, la prospettiva di una vita professionale più appagante, dal punto di vista economico e personale, allontanano i neolaureati dalla carriera nei pronto soccorso.

L’abolizione del test d’ingresso per il primo semestre alla facoltà di Medicina e chirurgia, una novità di quest’anno, va esattamente nella direzione di rendere più facile l’accesso a questo percorso di studi. E nel frattempo? La Conferenza delle Regioni ha di recente aperto all’ingresso di medici stranieri nelle strutture pubbliche italiane. Dopo i medici cubani chiamati in Calabria dal presidente Roberto Occhiuto per gli ospedali rimasti praticamente vuoti, bisognerà vedere se altre Regioni percorreranno la stessa strada.

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