Follonica, cavallo si accascia e muore all’ippodromo: Fawley Buissonay era al debutto in Italia
Campione in Francia, era arrivato in Maremma per il debutto nel trotto italiano. La “maledizione” resiste. Il maschio baio di 10 anni si è spento nel prato interno
FOLLONICA. Serata triste all’ippodromo dei Pini di Follonica quella di martedì: al momento della terza corsa il cavallo Fawley Buissonay, accompagnato nel prato interno, si è accasciato a terra ed è morto davanti agli occhi del suo fantino e degli spettatori; tra il cordoglio degli addetti ai lavori e una sorta di elogio funebre per un settore alla disperata rincorsa di un inafferrabile rilancio, e l’incubo di una vera e propria maledizione per la struttura del Golfo.
Il destriero, un maschio baio di 10 anni (11 da compiere a breve) figlio del padre Village Mystic e della madre Tajma Buissonay, di proprietà della svedese Stall Escapade Ab e vincitore in Francia di circa 400mila euro alla corte della famiglia Monclin, era stato spostato in Italia per il suo debutto alle esperte redini dello storico driver parmigiano Alessandro Gocciadoro. Dopo quasi un anno di assenza dalle competizioni era pronto per il suo ritorno in pista.
L’ippodromo lo aveva introdotto così pochi giorni fa agli appassionati che da lì a poco si sarebbero riuniti sugli spalti: «Fawley Buissonay parte forte e sembra un velocista, potrebbe essere tutto o niente ma, conoscendo il team, è più facile che sia “tutto”».
L’animale stava per partecipare alla gara di trotto quando ha sbalzato il proprio driver dal sulky poco prima della partenza: ripreso dallo stesso guidatore e dall’artiere, è stato staccato dal sulky e condotto fuori dalla pista nel prato interno dove si è accasciato. Soccorso anche dai veterinari in servizio all’ippodromo, che non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso pochi dopo.
Giù il cappello di Trotto & Co, periodico di riferimento per il settore, che si stringe alla proprietà e al trainer parlando di «un ritorno tragico, una giornata maledetta in cui questo bellissimo cavallo ha perso la vita».
Dall’organizzazione di volontariato Horse Angels accendono invece i riflettori sul «simbolo di un sistema che si spegne», senza mezzi termini: «Un campione straniero che arriva in Italia con promesse e ambizioni, e trova una pista che non perdona, un ippodromo stanco, una serata vuota. Un rituale che si ripete in un mondo che si fa ogni giorno più fragile, più cinico, più solo». Di qui l’invettiva al ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste: «Non smetteremo di chiederci perché il Masaf continui a parlare di rilancio e di grande ippica italiana, quando ogni giorno cade una tegola di un impianto troppo fragile per resistere alle sfide del tempo».
Fosse stato un essere umano, per Buissonay sarebbe stata disposta un’autopsia per chiarire le cause del decesso; ma il regolamento non la prevede. A chiedere che sia fatta luce saranno – con ogni probabilità – le associazioni animaliste.
Nel frattempo la memoria corre a un anno fa. Era un sabato sera agostano quando un gravissimo incidente interruppe il convegno di corse al trotto, anche qui alla terza corsa. Poco dopo il via Final Word Bi, anche lui un maschio baio appartenente alla scuderia Biasuzzi, si accasciò al suolo – anche qui – al suo debutto in Maremma, ma sulla pista. Frattura alla spalla ed eutanasia. Horse-Angel chiese al Masaf di aprire un’indagine sull’accaduto mentre Antonio Somma, uno dei maggiori proprietari di trottatori, criticò la decisione di portare avanti il convegno.
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