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Pensioni, a luglio arriva la quattordicesima: a chi spetta e gli importi

di Massimiliano Frascino
Pensioni, a luglio arriva la quattordicesima: a chi spetta e gli importi

Le cifre variano sulla base dei contributi e dell’entità dell’assegno Inps. Chi non la riceve può chiedere una verifica rivolgendosi a un patronato

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Con il solleone di luglio nelle tasche dei pensionati da lavoro dipendente o autonomo che hanno un assegno entro certi limiti arriva la “quattordicesima”, direttamente accreditata dall'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps). Attenzione, l’erogazione non ha nulla a che vedere con una quattordicesima per così dire tradizionale - assimilabile a quella che in base ai contratti di riferimento percepiscono i lavoratori dipendenti - ma si tratta di una prestazione integrativa cui hanno diritto solo i pensionati da lavoro dipendente o autonomo che hanno compiuto 64 anni ed entro determinate fasce di reddito. In pratica è una somma aggiuntiva alla pensione corrisposta dall'Inps a luglio o a dicembre di ogni anno (a seconda dei casi), che è stata introdotta nel nostro ordinamento previdenziale con una legge del 2007, poi modificata nel 2016 con l’allargamento della platea dei beneficiari e la modifica degli importi da corrispondere.

Gli aventi diritto

Intanto va chiarito che trattandosi di una prestazione sociale aggiuntiva, ovverosia non essendo un diritto assoluto o valido per tutti, questo “bonus” - erogato perlopiù con l'assegno di luglio – riguarda solo una platea definita di pensionati, ex lavoratori dipendenti o autonomi, per quanto piuttosto ampia. La quattordicesima spetta ai pensionati: che siano titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell’assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative della stessa, gestite da enti pubblici di previdenza obbligatoria; che abbiano almeno 64 anni; che abbiano un reddito complessivo fino a due volte il trattamento minimo annuo del Fondo lavoratori dipendenti (dal 2017). Chi è in possesso di tali requisiti (vedere la tabella in alto) si vedrà accreditare la quattordicesima in via automatica per il reddito calcolato sull'anno precedente (quest’anno il reddito del 2024), oppure, nell’anno in cui raggiunga l'età che garantisce la fruizione della prestazione previdenziale in parallelo al limite di reddito previsto, un dodicesimo per ogni mese successivo al raggiungimento del 64esimo anno d’età. Solo chi ha compiuto i 64 anni di età entro gennaio 2025, quindi, ne percepisce l’importo pieno. Chi invece lo fa nel corso dell’anno ha diritto comunque al trattamento, ma l’importo viene ridotto. Inoltre, nel caso in cui i 64 anni risultino compiuti dopo luglio 2025, la quattordicesima viene accreditata a dicembre.

Le verifiche

«Generalmente – spiega Sandro Renzoni, responsabile regionale della rete degli sportelli Inca Cgil – l’Inps eroga la quattordicesima autonomamente, ma può anche accadere che questo non avvenga perché l'Istituto non ha in memoria la situazione reddituale del pensionato. In questi casi occorre rivolgersi ad un patronato per presentare all'Inps una domanda di ricostituzione reddituale con la verifica dei requisiti per accedere alla prestazione integrativa. Di solito la pratica viene evasa dall'ente previdenziale entro un paio di mesi».

Il trattamento minimo

Per verificare se si abbia o meno diritto a questa integrazione bisogna prima calcolare quale è il tetto massimo di pensione che lo consente, e successivamente capire in quale fascia di reddito e di anzianità contributiva ci si colloca per capire l'importo esatto della prestazione sociale. Per il 2025 l'importo mensile del trattamento minimo è di 603,40 euro per 13 mensilità. In pratica il limite di reddito massimo – due volte la pensione minima per 13 mensilità - equivale a 15.688 euro all'anno. L’importo della quattordicesima viene calcolato secondo alcuni parametri (vedere tabella in alto). Due le categorie di pensionati considerati: quelli che hanno un reddito pensionistico equivalente o inferiore a una volta e mezzo il trattamento minimo moltiplicato per 13 mensilità (11.766,30 euro), e coloro che hanno un reddito da pensione fino al tetto equivalente a due volte il trattamento minimo (15.688,40 euro) per lo stesso numero di mensilità. Queste due categorie di pensionati, a loro volta, riceveranno un bonus suddiviso in tre fasce corrispondenti al periodo di contributi versati: da zero a 15 anni; da 15 a 25 anni; oltre i 25 anni. Con la prestazione integrativa decrescente al crescere del reddito (vedere tabella in alto).

Controllare il cedolino

«Il nostro consiglio – spiega Elisabetta Di Lorenzo, direttrice regionale del Patronato Acli Toscana – è di controllare il cedolino della pensione di luglio, verificando se è presente l'apposita voce dedicata all'importo della quattordicesima. Nel caso in cui si constati la sua mancanza ritenendo di avere diritto alla somma, basta rivolgersi ad un patronato».

Pagamento d’ufficio

Il pagamento avviene in automatico per i pensionati di tutte le gestioni previdenziali sulla base dei redditi degli anni precedenti. Come specifica l’Inps nel proprio portale, «a coloro che perfezionano i prescritti requisiti entro il 31 luglio dell'anno di riferimento, la prestazione viene liquidata sulla rata pensionistica di luglio. Invece, per coloro che perfezionano i requisiti prescritti dal 1° agosto 2025 (pensioni gestite nei sistemi integrati) o dal 1° luglio 2025 (pensioni gestite nei sistemi della gestione pubblica) al 31 dicembre 2025, e ai soggetti divenuti titolari di pensione nel corso del 2025, che rientrino nei limiti anagrafici e reddituali normativamente previsti, la quattordicesima viene attribuita d’ufficio con la rata di dicembre 2025». 

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