Vasile Frumuzache, chi è l’assassino delle prostitute: il lavoro da vigilante, la testa bruciata in giardino e quel post agghiacciante
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Frumuzache avrebbe ucciso Denisa perché si sentiva ricattato: la donna avrebbe preteso 10mila euro per non rivelare alla moglie la loro relazione. Il corpo della 30enne è stato ritrovato vicino a un casolare a Montecatini
MONSUMMANO. Nelle fotografie pubblicate sui social, Vasile Frumuzache appare come un uomo sereno, realizzato. Accanto alla moglie, sorride in ogni scatto. Abbraccia i figli, li mostra con orgoglio sul suo profilo Facebook. L’ultima foto insieme risale al 2 marzo 2025: uno spaccato di normalità domestica, la rappresentazione ideale di una famiglia felice. Eppure dietro quella facciata ordinaria si celava una violenza silenziosa, pronta a esplodere.
+++ Aggiornamento: Vasile Frumuzache ha confessato l’omicidio di un’altra donna
Oggi Frumuzache è un assassino reo confesso. Guardia giurata di 32 anni, originario della Romania e residente a Monsummano Terme, ha ammesso di aver ucciso la connazionale trentenne Maria Denisa Adas, decapitandola dopo un incontro sessuale a pagamento. Un omicidio brutale, consumato nella notte tra il 15 e il 16 maggio 2025 all’interno del residence Ferrucci di Prato. Un crimine che non solo ha interrotto tragicamente la vita della giovane donna, ma ha anche svelato l’inquietante doppiezza di un uomo all’apparenza irreprensibile. Durante l’interrogatorio l’uomo ha confessato un secondo omicidio, avvenuto temporalmente prima, un anno fa. Vittima è un’altra donna, Ana Maria Andrei, svanita nel nulla il primo agosto dell’anno scorso e anche lei escort come Denisa
Un movente oscuro, un'escalation silenziosa
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Frumuzache avrebbe ucciso Denisa perché si sentiva ricattato: la donna avrebbe preteso 10mila euro per non rivelare alla moglie la loro relazione, minacciando di contattarla e usare le immagini delle telecamere del residence come prova. Vasile, messo alle strette, ha raccontato agli inquirenti di aver «perso la testa». Ma il quadro emerso è molto più inquietante. Dopo averla soffocata, ha trasportato il corpo in una valigia fino a Montecatini, abbandonandolo accanto a un casolare isolato. Non si è fermato lì: ha decapitato la donna e bruciato la testa insieme alla valigia nel giardino della sua casa, cercando di cancellare ogni traccia. Un gesto che tradisce una lucida volontà di occultamento, tutt’altro che compatibile con un raptus momentaneo.
Il segnale inquietante: il post del 2018
A colpire ancora di più è un post condiviso da Frumuzache su Facebook nel gennaio 2018. Un meme apparentemente ironico che recita: “Quando entra su WhatsApp e non visualizza la chat, e inizi a pianificare un omicidio.” Una frase che, letta oggi, assume i contorni di una premonizione agghiacciante. Sette anni dopo, quel pensiero estremo si è trasformato in realtà. Quel post, come le immagini felici con moglie e figli, raccontano la contraddizione profonda di un uomo capace di vivere su due piani paralleli: la normalità apparente di un padre di famiglia e la rabbia nascosta di un uomo che, sentendosi minacciato, ha scelto la via più crudele.
Un uomo insospettabile, una rabbia covata
Non risultano precedenti, né segnali evidenti di instabilità. Frumuzache lavorava come guardia giurata, ruolo che richiede responsabilità, autocontrollo e affidabilità. Era un uomo di fiducia, un padre, un marito. Eppure, qualcosa dentro di lui covava. Una fragilità emotiva che, messa sotto pressione, si è trasformata in violenza incontrollata. Le minacce percepite, il rischio di perdere la reputazione, la famiglia, il lavoro: una catena di paure che ha fatto scattare la trappola mentale.
Il crollo inevitabile
La fuga non è durata a lungo. Frumuzache ha commesso errori fatali: è stato ripreso dalle telecamere del residence, ha riacceso i cellulari della vittima, ha lasciato che il GPS della sua Golf lo tradisse. Quando i carabinieri hanno bussato alla sua porta, non ha opposto resistenza. Ha confessato tutto. Anche più di quello che inizialmente ci si sarebbe immaginati. Ha raccontato ogni passaggio, anche i più atroci.