Il caso
Assalto al portavalori, i nomi degli autori del blitz armato sull’Aurelia a San Vincenzo: arrestati grazie a un bigliettino “dimenticato”
All’alba di lunedì 19 maggio oltre 300 militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Livorno, su richiesta della locale Procura. Gli arresti sono avvenuti tra le province di Nuoro, Pisa e Bologna
LIVORNO. Un’operazione imponente, coordinata dal Comando provinciale dei carabinieri di Livorno e condotta con il supporto di diverse unità specializzate dell’Arma, ha portato all’arresto di 11 persone ritenute responsabili dell’assalto a due furgoni portavalori avvenuto il 28 marzo scorso nel comune di San Vincenzo, lungo la strada statale Aurelia. Per l’operazione sono arrivati anche i complimenti del comandante generale dei carabinieri, Salvatore Luongo: «Straordinario successo operativo».
La maxi operazione
All’alba di lunedì 19 maggio oltre 300 militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Livorno, su richiesta della locale Procura. Gli arresti sono avvenuti tra le province di Nuoro (9), Pisa (1) e Bologna (1). Sono stati tutti trasferiti in carcere. L’arresto avvenuto in provincia di Pisa, per la precisione a Castelnuovo Val di Cecina, riguarda l’uomo che ha fornito la base logistica al commando.
I destinatari del provvedimento sono tutti di origine sarda e di età compresa tra i 33 e i 54 anni. Si tratta di:
- Alberto Mura (classe 1985), residente a Ottana
- Antonio Moni (1979), domiciliato a Castelnuovo Val di Cecina
- Francesco Palmas (1980), di Jerzu
- Francesco Rocca (1978), di Orotelli
- Franco Piras (1979), residente a Bari Sardo
- Giovanni Columbu (1985), di Ollolai
- Marco Sulis (1989), domiciliato a Villagrande Strisaili
- Nicola Fois (1992), di Girasole
- Renzo Cherchi (1986), residente a Irgoli
- Salvatore Campus (1974), di Olzai
- Salvatore Giovanni Antonio Tilocca (1980), di Ozieri, ma residente a Bottidda
È invece indagato a piede libero Antonio Stochino (1978), di Arzana: per lui il giudice ha rigettato la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura di Livorno.
Le accuse
Le accuse sono pesanti: rapina pluriaggravata, detenzione e porto in luogo pubblico di armi da guerra, munizioni ed esplosivi, armi comuni da sparo, furto pluriaggravato e ricettazione.
Le indagini
L’ordinanza arriva al termine di un’articolata indagine condotta dal Nucleo investigativo di Livorno. Gli inquirenti sono risaliti agli autori dell’assalto – un vero e proprio commando armato, composto da uomini con il volto coperto e con marcato accento sardo – che, in pieno giorno, hanno bloccato e depredato i due portavalori, portando via un bottino di circa 3 milioni di euro, che non è stato ancora trovato.
Secondo quanto ricostruito, i membri della banda avevano pianificato l’azione nei minimi dettagli: mesi di preparazione, reperimento di veicoli rubati per sbarrare la strada ai furgoni, alibi precostituiti, e un’elevata dimestichezza con armi ed esplosivi. Alcuni degli arrestati avrebbero svolto il ruolo di esecutori materiali, altri invece avrebbero fornito supporto logistico e operativo.
L’elemento chiave
Durante un controllo, i carabinieri hanno trovato un bigliettino con sopra alcuni numeri dei telefoni di rete dei malviventi, dei cellulari Nokia senza connessione Internet.