Maltempo in Toscana, il fenomeno “flash flood”: di cosa si tratta e dove sono le zone più a rischio
Accordo tra Autorità di bacino e Università di Firenze per implementare e aggiornare la mappatura della pericolosità da alluvioni improvvise
L’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale rafforza la propria azione con il supporto scientifico dell’Università degli Studi di Firenze. Ecco la firma di un accordo con il Dipartimento di ingegneria civile e ambientale dell’Ateneo fiorentino per aggiornare e ampliare la mappa della pericolosità da alluvioni improvvise, “flash flood”, con particolare attenzione agli effetti dei cambiamenti climatici.
L’Adas ha già una consolidata esperienza in questo tipo di rischi come dimostra il report della Commissione Europea (Current practice in flood risk managment in the European Union) nel raccogliere le migliori pratiche esistenti nei Paesi Membri, l’ha selezionata tra le best practice nella gestione di questa tipologia di eventi.
L’obiettivo che l’Autorità si propone è quello di rafforzare il lavoro fin qui svolto con sole risorse interne e che, lo si ricorda, ha trovato un ulteriore sviluppo nella recente “Valutazione preliminare del rischio” elaborata a fine dicembre, ai sensi della quale sono state individuate e mappate le “Aree a potenziale rischio significativo” derivanti dagli ultimi eventi occorsi sul territorio distrettuale, tra i quali, molti sono riconducibili proprio a questa tipologia.
L'Autorità di bacino intende adesso consolidare le mappe di pericolosità estendendo questo approccio anche al bacino del Magra ed a tutta la regione Liguria, aggiornando il quadro conoscitivo esistente.
Per affrontare efficacemente i fenomeni da flash flood, è tuttavia essenziale sviluppare una metodologia basata su studi empirici e contributi scientifici, partendo dal quadro conoscitivo esistente, per poi procedere con delle proiezioni che permettano di comprendere e mappare l’influenza che potrebbe avere il cambiamento climatico sul territorio, integrando dati meteorologici e idrologici con modelli avanzati per migliorare la precisione delle previsioni e la tempestività degli interventi.
Altro elemento innovativo dello studio sarà la valutazione del consumo di suolo per ogni bacino idrografico, cercando di quantificare la tendenza osservata nel corso degli ultimi anni, grazie a più dati di uso del suolo. Questa informazione potrà essere utile per cercare di stimare la possibile tendenza evolutiva di un dato bacino idrografico e il suo impatto nella pericolosità da eventi flash flood.
Per far questo, con rigore scientifico, viene firmato l'accordo con il Dipartimento di Ingegneria civile e Ambientale dell'Università di Firenze, diretto dal professor Gianni Bartoli e dalla responsabile dell'Attività Dicea, professoressa Enrica Caporali. Lo studio si propone di elaborare la situazione usando dati topografici, idrologici e meteorologici, aggiornati periodicamente per riflettere i cambiamenti climatici e le nuove conoscenze scientifiche.
La metodologia permetterà di mappare e individuare le aree a più alta propensione al verificarsi di fenomeni da flash flood, fornendo uno strumento tecnico aggiornato, utile alla prevenzione e alla pianificazione territoriale, in grado di supportare la Protezione Civile e le istituzioni locali nella gestione del rischio idrogeologico.
Una vasta zona della Toscana è già mappata e mostra una cartina con larghe macchie rosse che abbracciano vasti territori di molte province. Solo come esempi si possono citare, in provincia di Lucca, i comuni di Viareggio, Massarosa, Barga, Bagni di Lucca. In provincia di Pistoia: Serravalle Pistoiese, Montecatini Terme, Larciano, Lamporecchio. In provincia di Prato: Montemurlo e Figline di Prato. In provincia di Firenze: Vinci e Cerreto Guidi. Nel comune di Livorno Ardenza, Nibbiaia, Montenero. In provincia di Livorno: Cecina e Bolgheri. In provincia di Grosseto: Follonica, Ribolla, Bagno di Gavorrano.
Osservando la cartina si possono comunque distinguere, nel dettaglio e per ogni provincia, tutte le zone che l'Autorità di bacino ha mappato e circoscritto evidenziate in base alle pericolosità .
Gaia Checcucci, segretaria generale dell’Autorità di bacino, ha posto l’attenzione sul consumo del suolo: «Il lavoro dell’Autorità è e sarà a disposizione delle amministrazioni anche per le future scelte urbanistiche. È chiaro che i comuni delle zone indicate a rischio dovranno valutare con molta attenzione ulteriori progettazioni e costruzioni. L’Autorità può essere comunque consultata per le valutazioni di carattere tecnico e scientifico per dare supporto a sindaci e giunte».
La professoressa Enrica Caporali ha evidenziato come lo studio diventa particolarmente importante occupandosi di alluvioni improvvise che riguardano bacini di piccole dimensioni spesso non monitorati e non sufficientemente conosciuti. «La mappatura dei bacini idrografici propensi ad essere soggetti a tali eventi - ha concluso - diventa uno strumento particolarmente adatto ai fini della riduzione delle pericolosità di tali eventi e la definizione degli interventi per la riduzione degli impatti».