Il Tirreno

Toscana

Il caso

Colpito dagli spari del padre, lo straziante sfogo di Gaetano Ceraulo: «Ti perdono, ma non per quello che hai inflitto a te stesso»


	Gaetano Ceraulo e le indagini dopo la lite
Gaetano Ceraulo e le indagini dopo la lite

Il lungo post del figlio coinvolto nella drammatica lite familiare a Santa Maria a Monte

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SANTA MARIA A MONTE. «Ti perdono per il male che mi hai fatto. Ma non riesco a perdonarti per ciò che hai inflitto a te stesso». Sono le parole di Gaetano Ceraulo, il 37enne colpito dagli spari esplosi dal padre Benedetto Ceraulo.

Questo il post del figlio dopo quanto successo a Santa Maria a Monte (Pisa): «Voglio mandare un abbraccio a tutte le persone che mi stanno dimostrando affetto. La vostra vicinanza, quella della mia famiglia, la professionalità e l’estrema dolcezza degli operatori sanitari, dal primo all’ultimo, così come la sensibilità e il tatto delle forze dell’ordine, sono stati un combustibile preziosissimo in questi due giorni. Grazie, grazie e ancora grazie a tutti voi. Domani affronterò un intervento piuttosto importante per rimuovere un corpo estraneo dal volto e sistemare alcune piccole fratture alla base dell'occhio. Grazie ai ragazzi e alla voglia di rivedere il mio pasticcino, riesco a restare ottimista e a trovare la forza. (E grazie a te, amico mio, che ti stai prendendo cura di Arturo come farei io. Sapere che è in ottime mani rappresenta il 100% della mia serenità)».

Gaetano Ceraulo continua: «Il dolore più grande, in questo momento, è per te che hai compiuto un gesto terribile e vile. Non mi riferisco al male fatto direttamente a me, né alle minacce ad Arturo. Mi riferisco al gesto ancor più vile che hai rivolto a te stesso. I proiettili possono solo ferire o uccidere la carne. Il dolore dell’anima, invece, è indelebile. La vita è sacra, va difesa sempre e comunque: che sia quella di un cagnolino, di un topolino o di un essere umano… anche quella di una persona che ha smarrito la strada. Ti perdono per il male che mi hai fatto. Ma non riesco a perdonarti per ciò che hai inflitto a te stesso. Che il Dio che tanto adoravi e pregavi possa guardare dentro il tuo cuore, riconoscere le tue colpe, e offrirti la forza per attraversare questo buio. E forse, cambiare davvero. Ma se decidesse di interrompere la tua vita terrena allora che Egli possa comunque perdonarti e accoglierti tra le sue braccia… E perdonare anche noi, per non aver visto che il male si nascondeva in te, silenzioso, in attesa di mostrarsi».

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