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La decisione

Elba, caos traghetti e turisti bloccati: scatta lo sciopero di domenica, ecco perché Toremar non viaggerà

Elba, caos traghetti e turisti bloccati: scatta lo sciopero di domenica, ecco perché Toremar non viaggerà

Rottura dopo le scelte dell’azienda sul bando della continuità marittima

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LIVORNO. Anche l’ultimo spiraglio di trattativa sembra chiuso. E l’effetto potrebbe essere clamoroso: lavoratori, residenti e, soprattutto, turisti bloccati nelle banchine dei porti di Piombino, Livorno, Grosseto e delle isole dell’Arcipelago. Perché la data scelta per lo sciopero dei lavoratori della Toremar è più che simbolica: il 21 luglio. Ossia una domenica nel pieno della stagione turistica. Vale a dire il giorno in cui la maggior parte dei vacanzieri raggiungono o lasciano gli hotel e le case delle isole minori. Così come la giornata in cui i pendolari prendono il traghetto per raggiungere le città del continente dove lavorano durante la settimana. Il caos è facilmente prevedibile ed è l’obiettivo – non dichiarato ma perseguito – di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti che portano avanti la vertenza che coinvolge 260 lavoratori dell’ex compagnia marittima regionale ora gruppo Moby.

Lo sciopero

A causare le 24 ore di sciopero, indirettamente, è stato il nuovo bando per la continuità territoriale pensato dalla Regione. L’idea dell’assessorato ai Trasporti è di affidare la linea Piombino-Portoferraio, ossia la più redditizia, senza sovvenzione pubblica e con il mero rispetto degli obblighi di servizio “orizzontali”. Mentre ai collegamenti con Rio Marina, Cavo, Giglio, Capraia e Pianosa sarebbero dedicati uno o più bandi a parte. Apriti cielo. I primi a protestare sono stati i residenti nell’Arcipelago. Temono – e non a torto – una considerevole riduzione del numero di corse da e per il continente (in inverno spesso semivuote anche nella linea Piombino-Portoferraio). Sono inoltre certi – e il rischio è reale – che, senza sovvenzione pubblica, i prezzi saliranno soprattutto nell’ambita tratta tra lo scalo piombinese e quello del capoluogo elbano. Tutti elementi che, di fatto, farebbero venir meno il concetto stesso di continuità territoriale marittima

La decisione

Prima ancora che gli isolani facessero sentire la loro voce in maniera corale, è però intervenuta la decisione di Toremar. La compagnia di navigazione che gestisce l’attuale continuità territoriale (in regime di proroga dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre di quest’anno a fronte di contributi per 13 milioni di euro all’anno) ha annunciato di voler partecipare solo alla procedura in corso per la linea Piombino-Portoferraio. Vale a dire quella a cui puntano anche le altre cinque compagnie – i nomi, trattandosi di una manifestazione di interesse, sono top secret – che, come annunciato dalla Regione, sarebbero pronte a partecipare al bando. Una scelta aziendale che cambia le prospettive dei 260 dipendenti, tra personale navigante e amministrativo, dell’ex compagnia marittima regionale. Secondo le stime dei sindacati, almeno cento di questi sarebbero a rischio. Una prospettiva concreta anche perché Toremar ha fatto seguire all’annuncio sulla continuità la decisione di mettere in vendita quattro navi: Rio Marina Bella, Giovanni Bellini, Schiopparello Jet e Liburna. Vale a dire traghetti che, guarda caso, sono spesso impiegati nelle linee meno appetibili per il mercato. Davanti a queste prospettive Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno aperto una vertenza. Prima la proclamazione dello stato di agitazione, poi l’apertura delle “procedure di raffreddamento” con il coinvolgimento della Prefettura di Livorno. Ieri le parti si sono di nuovo incontrate ed è arrivata la rottura. Il risultato? Salvo svolte non all’orizzonte, domenica 21 luglio sarà sciopero.

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