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Autismo, la Toscana assicura le terapie Aba ma il rischio tagli resta: cosa sono e perché sono importanti per le famiglie

di Barbara Antoni
Autismo, la Toscana assicura le terapie Aba ma il rischio tagli resta: cosa sono e perché sono importanti per le famiglie

Torselli: contributi garantiti in tutte le Asl della Toscana

03 aprile 2024
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FIRENZE. In piazza hanno portato anche i figli, i ragazzi con autismo che lavorano quasi quotidianamente con i terapisti per migliorare le loro difficoltà grazie anche alle terapie Aba: le terapie comportamentali nell’occhio del ciclone perché l’erogazione alle famiglie dei contributi (circa 450 euro al mese) per pagarle, ora sospesa, potrebbe essere interrotta per sempre.

Circa cento persone ieri mattina in piazza Duomo, davanti a Palazzo Strozzi Sacrati che ospita la presidenza e la giunta regionale, a manifestare per chiedere che i contributi non siano tagliati; avevano cartelli e striscioni che prima di terminare la loro protesta pacifica hanno lasciato come “promemoria” alle segreterie del palazzo. «Abbiamo lasciato striscioni e volantini – spiega Silvia Calcinelli, vice presidente di Orizzonte Autismo Prato, una delle associazioni promotrici della protesta – e portato i nostri ragazzi alla manifestazione, per rafforzare il nostro messaggio. Chiediamo spiegazioni più chiare sul futuro delle terapie Aba e di partecipare al tavolo istituito dalla Regione». Un messaggio diretto in primo luogo a due interlocutori: il presidente Eugenio Giani e l’assessore alla sanità Simone Bezzini.

Sulla prosecuzione dei fondi per le terapie Aba – una vicenda non solo toscana, ma nazionale – arriva intanto una schiarita: in attesa che il ministero della Salute (dove è aperto un tavolo di esperti) si pronunci sulla loro reale appropriatezza, «la Regione si impegna a garantire i contributi alle famiglie di tutte le Asl toscane i cui figli ricorrono a queste terapie». È quanto annuncia Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, che segue la vicenda da mesi. «Abbiamo portato all’attenzione di Federico Gelli (direttore del settore assistenza sanitaria, ndr), che ringraziamo per l’interessamento – prosegue Torselli – la vicenda della sospensione dei contributi per la terapia Aba alle famiglie con bambini autistici, e siamo riusciti a ottenere importanti rassicurazioni. Una delibera della giunta regionale dell’11 dicembre 2023 aveva sospeso l’erogazione dei contributi per la terapia Aba alle famiglie di bambini con disturbi dello spettro autistico, demandando la valutazione sull’erogazione dei contributi per particolari terapie, come l’Aba, alle singole Asl. Si è creata un’inaccettabile disparità di trattamento a livello regionale perché le famiglie dell’Asl Sud Est hanno continuato a ricevere il contributo regionale, mentre le famiglie residenti nel territorio dell’Asl Toscana Centro ne sono state private. Il direttore Gelli ci ha assicurato che almeno questo grave errore sarà superato in tempi brevi e questo, crediamo, rappresenti una buonissima notizia», dice Torselli.

Sulla vicenda interviene anche Giovanni Galli, consigliere regionale della Lega e membro della commissione sanità sottolineando che «il taglio delle terapie Aba va assolutamente ripensato». E si augura che Bezzini, in commissione sanità, dia spiegazioni in merito.

«Ci auguriamo che la vicenda sulle terapie Aba si possa concludere al più presto – è quanto fa sapere la Regione Toscana –. Secondo quanto annunciato, il termine dovrebbe essere di tre mesi a partire dal decreto con cui il sottosegretario Gemmato del ministero della Salute ha promosso il tavolo di verifica sulle terapie. Non dobbiamo dimenticare che si continuano a garantire anche tutte le altre terapie per bambini e ragazzi con autismo, tutti quei percorsi riconosciuti dal sistema sanitario nazionale che rappresentano una fetta consistente delle terapie erogate». Quanto ai fondi destinati alle terapie Aba, viene confermato che provengono dal sistema sanitario nazionale, destinati alle Regioni e inseriti nel capitolo delle risorse destinate alle patologie non riconosciute nei “Lea”, acronimo che definisce i livelli essenziali di assistenza per le patologie gravi e croniche.

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