Il Tirreno

Toscana

Clima alterato

Mareggiate devastanti e l'alluvione da record, per le catastrofi in Toscana il cambiamento climatico sospettato numero uno

di Francesca Ferri
Mareggiate devastanti e l'alluvione da record, per le catastrofi in Toscana il cambiamento climatico sospettato numero uno

Il meteorologo Catania: «Se il fenomeno si ripeterà nel 2024 e oltre, potrebbe esserne una conseguenza. Il vento è conseguenza del contrasto tra l'eccessivo caldo recente e il freddo appena arrivato»

02 dicembre 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Non solo danni catastrofici da alluvioni sempre più frequenti. La mareggiata che ha flagellato la costa toscana fa nascere nuove paure sulla “rivolta” della natura di fronte alla violenza inflitta dal cambiamento climatico.

Dopo i disastri dal cielo si devono temere anche quelli dal mare? Il Tirreno lo ha chiesto a Lorenzo Catania, meteorologo e fisico dell’atmosfera, livornese, che lavora a Radarmeteo.

Prima di tutto, cosa ha provocato questo libeccio così potente e questa mareggiata così disastrosa?

«Nei giorni scorsi ha fatto troppo caldo, 8-10 gradi sopra la media. E anche se ora sono le temperature sono nella media del periodo, il contrasto è stato molto forte. Quando ci sono questi contrasti, lo sfogo è o il gran vento o i temporali».

Cosa è successo?

«Si è formata una bassa pressione molto profonda sul mar Ligure ed è nato il Mistràl francese, vento che da noi entra come Libeccio fresco e forte. All’avvisatore marittimo del porto di Livorno si sono registrati 125 km orari, all’isola di Gorgona 130 km orari».

E il mare?

«La potenza del mare si misura dall’altezza dell’onda e dal periodo di tempo che passa tra un’onda e l’altra. In questo caso abbiamo avuto onde alte fino a 6 metri verso Marina di Massa con un periodo di 9 secondi, che è un tempo elevato. L’onda si sfoga in altezza e quando il periodo è così alto ha più energia».

La Toscana ha avuto tante alluvioni, ma non tante mareggiate. Ora ne abbiamo avute due in un mese.

«Erano almeno 10 anni che non c’erano libecciate così. Oltre i 110 chilometri orari ce n’è stata una a fine febbraio 1990, due fra novembre e dicembre 1999 e una a dicembre 2011. Quest’anno invece siamo già a tre libecciate oltre 100 km/h. Questo è causato da oscillazioni della circolazione dei venti tra oceano ed Europa che hanno tempi di movimento lunghi: anni o diversi anni; quindi una condizione favorevole ad un certo evento, la libecciata in questo caso, può prolungarsi per lungo tempo».

C’entra il cambiamento climatico?

«Se questa condizione si ripete più volte a distanza di pochi mesi, no. Se invece si ripete per 2-3 anni di seguito con altre libecciate frequenti, allora si parla di eventi che vanno studiati anche sotto questo punto di vista, perché possono esserne conseguenza».

La costa toscana è in grado di fronteggiare queste mareggiate?

«Da anni siamo dentro il cambiamento del clima ma il tema non è preso in considerazione o non è compreso appieno. Non conosco i dettagli delle infrastrutture costiere, ma vedo che l’erosione sta portando sempre più spesso a problemi via via più grossi, con onde che sempre più facilmente invadono le strade, coi lidi mangiati sempre più velocemente. Il problema è che gli interventi di adattamento e manutenzione o rinnovamento costano molto rispetto a quelli a terra: pensiamo al Mose, ad esempio, costato miliardi. Ma sarebbero fondamentali, e più si va avanti e più costeranno in termini economici e sociali». 


 

Primo piano
La tragedia: la ricostruzione

Rogo al poligono di Galceti, le vittime hanno provato a domare le fiamme con l’estintore: chi sono, cos’è successo e le testimonianze

di Paolo Nencioni