Il Tirreno

L’addio

Fabrizio Borra, sport in lutto per la morte del fisioterapista dei big: «Ha legato il suo nome a tanti campioni»


	Qui in una foto con Jovanotti (dal profilo Facebook del cantante)
Qui in una foto con Jovanotti (dal profilo Facebook del cantante)

Ha lavorato con Pantani, Alonso, Tamberi e tanti altri. Il ricordo di Jovanotti: «Resta la sua lezione per tutti noi»

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Mondo dello sport in lutto per la scomparsa di Fabrizio Borra, noto fisioterapista che nel corso della sua carriera ha seguito molti big dello sport, da Pantani ad Alonso, ma non solo. Nato a Brescia, si era poi trasferito a Forlì per lavoro. Qui, infatti, il sessantaquattrenne scomparso nelle scorse ore aveva «aperto un centro d’eccellenza diventato un punto di riferimento internazionale per la fisiologia», come ricordano dalla Fidal (Federazione Italiana Di Atletica Leggera).

Tantissimi i messaggi di cordoglio, tra cui, come detto, la nota della Fidal: «Borra aveva legato il suo nome a tanti campioni dello sport, tra cui il campione olimpico di Tokyo Gianmarco Tamberi, che lo aveva scelto nel suo team di lavoro non soltanto per la competenza professionale ma anche per le doti umane riconosciute da tutto l’ambiente sportivo. Dopo la vittoria agli Europei di Roma, lo stesso Gimbo aveva dedicato la medaglia d’oro proprio a Fabrizio Borra, in segno di amicizia e vicinanza, per sostenerlo nel momento difficile che stava attraversando. Borra aveva seguito anche i percorsi riabilitativi di tanti altri atleti azzurri, da Claudio Stecchi a Davide Re. Il presidente Stefano Mei, profondamente colpito dalla notizia della sua scomparsa, insieme al Consiglio federale esprime le più sincere condoglianze alla famiglia».

Il ricordo

Commovente il messaggio che ha affidato ai social Jovanotti: «Stamattina (11 maggio, ndr) all’alba ci ha lasciato il “coach”. Siamo stati amici e lavorato insieme dal 1996, e fino a pochi giorni fa, finché è riuscito a stare in piedi, ha tenuto in piedi me e tutti i suoi “atleti”. È stato un caposcuola indiscusso per fisioterapisti e allenatori, un innovatore che ha saputo fondere le conoscenze diverse per dare vita a un suo metodo che si differenziava in base alle caratteristiche psicofisiche di chi richiedeva il suo aiuto. Ha rimesso in forma campioni di ogni sport e di ogni arte performativa in cui il corpo è uno strumento che deve stare bene per esprimersi al meglio», scrive su Facebook.

E ancora: «L’ultima volta che ci siamo parlati, pochi giorni fa, era contento perché sapeva che i suoi ragazzi, che lui ha formato, continueranno e sapranno perfino sviluppare il metodo. Prima di ammalarsi un anno fa stava lavorando a un libro per raccontare ai colleghi la sua esperienza con atleti campioni di ogni disciplina e persone di ogni tipo alle prese con situazioni spesso difficili da recuperare e corpi da riabilitare e da “accordare”. Ho voluto bene al coach, abbiamo passato momenti bellissimi insieme, nei momenti più importanti della mia vita, nei passaggi felici e in quelli difficili lui è sempre stato con me e con la mia famiglia. Abbiamo riso e pianto insieme, abbiamo sofferto e gioito insieme, mi ha aiutato a superare ostacoli e non abbiamo mai perso la leggerezza e la fiducia». E conclude ancora l’artista: «Resta la sua lezione per tutti noi che lo abbiamo conosciuto e siamo stati aiutati da lui: testa alta e andare avanti, sorriso, accoglienza, umanità e studiare ogni giorno, il resto non lo decidiamo noi».

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