Livorno, dai banchi al lavoro. Le esperienze di Fabio e Joshua: «Bella esperienza»
Due alunni del professionale raccontano: «Non abbiate paura dell’alternanza: è utile»
Siamo Fabio De Fusco e Joshua Finias Mihalescu, due alunni dell’istituto professionale Luigi Orlando di Livorno e oggi ci teniamo a illustrare come svolgiamo, nella nostra scuola, il Pcto, ossia l’alternanza scuola-lavoro, e il nostro primo approccio verso il mondo del lavoro. Innanzitutto ci teniamo a spiegare il significato dell’acronimo Pcto: percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Perché questa dicitura?
“Percorsi per le competenze trasversali” in quanto si apprende non solo ciò che riguarda le competenze specifiche d’indirizzo, ma anche ciò che ci consente un arricchimento a livello personale per approcciarsi a situazioni diverse da quelle scolastiche. Chiaramente per un istituto professionale queste attività sono fondamentali perché ci consentono di imparare direttamente sul campo, anche se facciamo tante attività laboratoriali e di officina già a scuola ma, ovviamente in modo diverso. Ci consentono, inoltre, di essere continuamente aggiornati sulle nuove tecnologie e sulle richieste del mondo del lavoro.
“Orientamento”: perché? Per riuscire a scegliere consapevolmente il nostro futuro. Nella nostra scuola, a partire dalla classe terza, lo stage ha una durata di almeno tre settimane, cinque giorni alla settimana per otto ore al giorno.
Vi raccontiamo, ora, la nostra esperienza personale.
Fabio
Io, Fabio, sono stato inserito in un’azienda individuata dalla scuola, nel mio caso in un’azienda del settore impiantistico-elettrico. Prima di partire ero molto scettico e titubante su questa prima esperienza lavorativa, ma mi sono dovuto ricredere. Ho trovato un posto accogliente e persone super disponibili nell’insegnarmi cose nuove, in ambiente completamente diverso rispetto alla scuola. Grazie anche alle mie competenze ho avuto la possibilità di fare piccoli lavori di laboratorio in magazzino, come per esempio sistemare dispositivi elettronici di videosorveglianza, che poi sono stati riutilizzati per degli impianti.
Certo, però, questa è stata solo una piccola parte della mia esperienza, dato che quasi tutti i giorni uscivo con il furgone accompagnato da un adulto (tutor) per metter mano su impianti: ad esempio ho lavorato sull’impianto all’ospedale di Piombino. Per me questa è stata un’esperienza positiva anche se spero di sviluppare altre mie passioni anziché trovarmi a lavorare in questo settore. Quindi, per me, quest’esperienza ha avuto un riscontro orientativo che mi ha fatto capire che voglio fare altro, nonostante la positività dell’alternanza.
Joshua
Ciao, sono Joshua e oggi vi parlerò del mio stage. Nel mio caso sono stato io personalmente a scegliere l’azienda, dopodiché la scuola si è interessata per attivare il percorso con tanto di Convenzione e Patto formativo.
L’azienda è quella dove lavora mio padre e si occupa delle tecnologie sottomarine.
Io avevo il ruolo di “pannellista” e grazie alla mia preparazione scolastica ho potuto utilizzare ogni singolo apparecchio senza alcun limite. Per spiegarmi meglio: ho messo mano su due pannelli, uno per il controllo di una camera iperbarica e l’altro per il controllo di una gru.
Mi sono divertito molto, ho fatto molte cose e ne ho imparate altrettante, ho visto come ci si comporta in un luogo di lavoro e per com’è andata la mia esperienza. Spero vivamente di avere la possibilità di tornarci il prossimo anno con un percorso di apprendistato di primo livello, un’attività nella quale l’alunno, che diventa dipendente dell’azienda, vede riorganizzato il percorso scolastico formativo in questo modo: soltanto il 65% del monte ore annuale previsto dall’ordinamento viene effettuato a scuola e il rimanente 35% viene svolto in azienda.
Un’ultima informazione fondamentale: percepirò uno stipendio! È tutto vero, altri ragazzi dell’Orlando hanno già fatto quest’esperienza.
*Studenti dell’istituto professionale Orlando di Livorno