Il Tirreno

Toscana

Toscana economia
La sfida per il 2030

L’energia è “fai da te” e condivisa, in Toscana boom di richieste per le comunità

di Alessandro Formichella
L’energia è “fai da te” e condivisa, in Toscana boom di richieste per le comunità

Comuni, imprese e cittadini: parte la corsa per la costituzione dei gruppi per produrre elettricità, ma per il via libera si aspetta il decreto attuativo

06 dicembre 2022
3 MINUTI DI LETTURA





La corsa al nuovo Eldorado da fotovoltaico è iniziata. Da Vicchio, in Mugello, fino a Rosignano Marittimo, passando per Montevarchi, Empoli, Calenzano, Prato, Montemurlo, Agliana, Pistoia, Capannori, l’Unione dei comuni della Lunigiana, e poi Volterra, Chiusi, Casole d’Elsa, l’attesa per costituire le comunità energetiche è frenetica. Con il decreto legislativo Milleproroghe del 2019, la realizzazione delle comunità energetiche fa ottenere un beneficio tariffario per 20 anni gestito dal Gse (Gestore servizi energetici) con un corrispettivo unitario e una tariffa premio di 110 euro a megawatt/ora.

C’è poi la sfida di arrivare entro il 2030 a produrre in Italia 70 Gigawatt da fonti di energia rinnovabile e, come dicono nella sede romana di Legambiente, le comunità energetiche fatte da Comuni, cittadini e imprese possono arrivare a dare 17 Gigawatt di energia a città, piccoli comuni, quartieri. Queste sono le stime.

In Toscana, c’è chi è già pronto a partire con i primi esperimenti di comunità energetica. È il caso del comune di Chiusi, nell’Aretino, e di Montemurlo, nel Pratese: il primo, sabato scorso, ha indetto la manifestazione di interesse per i cittadini, il secondo da agosto scorso ha già creato l’associazione “Montemurlo green” con la pubblicazione in questi giorni di un bando per la ricerca di un gestore privato. Nella cittadina pratese, già 40 aziende e 50 famiglie hanno chiesto di far parte della prima comunità energetica.

Insomma, torna il boom del fotovoltaico. E la bozza del decreto attuativo sulle comunità energetiche è pubblicata fino a lunedì prossimo sul sito del ministero dell’Ambiente. Qui vengono raccolte osservazioni e suggerimenti, alle quali Legambiente nazionale non si è sottratta «ma è tutto top secret per ora», come dice Tommaso Polci, specialista sulla transizione ecologica per l’associazione ambientalista.

La corsa dunque sta per partire. Compresa quella delle aziende del settore immobiliare e sulle energie rinnovabili che stanno mettendo a punto piani integrati di soluzione e gestione delle comunità energetiche, partendo dalla loro realizzazione fino alla gestione. È il caso del gruppo Rina, che lunedì prossimo debutterà a Prato presentando un convegno pubblico dal titolo eloquente: “Fotovoltaico e comunità energetiche: opportunità di business sostenibili per terreni e coperture”. L’obiettivo qui sarà rivolto a imprenditori agricoli e industrie, ma il punto centrale delle comunità energetiche restano i Comuni e i cittadini. L’Agenzia regionale recupero risorse, si occupa di monitorare costantemente la realizzazione delle Cer e di intervenire a supporto di enti e Comuni che stiano progettando la loro realizzazione.

Osservazioni e dubbi sulla bozza del decreto attuativo, intanto, non mancano. «Nella bozza si parla di impianti singoli che non possono andare oltre i 200 kilowatt di produzione nel loro picco – spiegano all’Arrr – restando ferma l’indicazione che si parla di comunità energetica quando al massimo si può produrre un Megawatt che deve rimanere all’interno della stessa cabina di derivazione-trasformazione elettrica».

E non manca la burocrazia a metterci lo zampino. «È accaduto in un quartiere periferico di Napoli dove il Comune aveva posto dei vincoli paesaggistici quasi inesistenti che poi ha ritirato. La comunità energetica si è fatta, ma si sono persi almeno sei mesi in carte e fogli – spiega ancora Tommaso Polci – Nel Siracusano, una comunità energetica avviata nella primavera scorsa con tutti i crismi, si è ritrovata a vedere rallentati i rimborsi del Gse. E anche qui di nuovo ricorsi e tempo perso».

L’individuazione degli edifici pubblici disponibili, dei tetti di privati cittadini e di aziende, si rende fondamentale per realizzare gli impianti che vanno a nutrire le comunità energetiche. «La transizione ecologica passa soprattutto dalle comunità energetiche. La stima di arrivare a produrre 17 Gigawatt di energia nei prossimi 7 anni potrebbe essere anche in rialzo. È necessaria una dinamica autorizzativa più fluida e un’organizzazione maggiore, ma quello che può venire fuori sarà estremamente importate per tutti», ripete Polci.

Intanto, mercoledì 14 si terrà a Empoli il Forum sull’energia toscana in cui si parlerà della comunità energetica che proprio a Empoli sta per nascere su spinta di Unicoop Firenze.
 

Vespa World Days
Il programma

Vespa World Days, il secondo giorno: al Village riflettori sulla Gimkana e i tour invadono Valdera e Cuoio

Sportello legale