Il Tirreno

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Scuola2030
Il reportage

«Sono scomodi e piccoli»: la prova sul campo degli studenti boccia i banchi a rotelle della Azzolina – Video

di Antonio Avadanei e Dalia Grassi*
«Sono scomodi e piccoli»: la prova sul campo degli studenti boccia i banchi a rotelle della Azzolina – Video

Voluti dall’ex ministra dell’Istruzione nei mesi della pandemia Covid-19, sono ancora al centro del dibattito. Utili o scomodi? Gli alunni della classe 3B del Calamandrei di Sesto Fiorentino – che partecipano al progetto del Tirreno “Scuola2030” – hanno raccolto voci ed esperienze

06 novembre 2022
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FIRENZE. Era l’anno 2020 quando l’allora ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, iniziò a portare avanti l’idea di rivoluzionare la scuola italiana sotto il punto di vista degli arredi scolastici.

Un’idea nata nei mesi della pandemia da Covid-19, quando anche nel nostro Paese, come in tutto il mondo, era necessario il distanziamento sociale per limitare il rischio di contagio.

In vista del rientro a scuola dopo la pausa estiva, Azzolina formulò inizialmente un’idea riguardante dei banchi singoli, mobili grazie a delle apposite ruote, per sostituire i banchi tradizionali. Secondo l’allora ministra usare questi nuovi banchi, che al contrario di quelli tradizionali non consentono agli studenti di stare uno di fianco all’altro, avrebbe limitato il contagio in classe.


Dopodiché venne presentato un modello di quelli che sarebbero dovuti essere i nuovi banchi dei ragazzi al momento del loro rientro a scuola l’anno seguente.

Il tanto desiderato programma della ministra Azzolina, però, non è stato apprezzato da tutti e, nonostante i banchi a rotelle siano stati approvati e comprati, moltissime scuole ad oggi nemmeno li utilizzano nonostante i milioni di euro spesi per la loro produzione.

In alcune scuole i banchi sono rinchiusi in magazzini e sono lì da mesi e mesi. In altre invece solamente alcune classi presentano l’innovativo modello di banco, mentre le restanti aule sono dotate ancora dei vecchi banchi a quattro gambe.

Per finire ci sono le scuole che hanno adottato a pieno la proposta della ministra acquistando i banchi necessari per riempire tutte le classi, scelta che ha però creato non poche polemiche.

«Sono scomodi, piccoli», «Noi mancini siamo svantaggiati, utilizzarli è difficile», «Causano mal di schiena»: questi i richiami più comuni da parte degli alunni che li utilizzano da ormai due anni.

Tutte le lamentele hanno portato a varie richieste dei giovani, come quella di toglierli e di tornare ai banchi classici, per una questione di comodità e soprattutto di praticità.

Le loro dimensioni sono un problema, non sono molto capienti e la loro caratteristica principale, ovvero le ruote, si sono dimostrate spesso un intralcio per gli alunni e per gli insegnanti.

La loro mobilità favorisce un maggiore spostamento, talvolta involontario che causa poi rumori e di conseguenza confusione all’ambiente scolastico, una condizione non ottimale per un apprendimento efficace.

Per non dimenticare dei problemi dovuti allo spostamento all’interno delle aule: una sistemazione classica, quindi creata da colonne e file orizzontali porta ordine e anche una maggior possibilità di raggiungere senza problemi i vari punti della classe, cosa altamente difficile da fare se i banchi in questione sono dotati di ruote.

Creare file ordinate è quasi un’utopia e pensare di gestire l’ordine diventa molto difficile. Questo porta anche a notevoli difficoltà nel caso in cui si presentassero pericoli come i terremoti: dove dovrebbero andare i ragazzi in quel caso? Sotto i banchi a rotelle è davvero difficile.

Nel caso di un incendio invece? Sarebbe molto complicato per i ragazzi recarsi all’uscita in maniera ordinata se all’interno della classe si crea caos e disordine proprio per via dei banchi.

Quel che è certo è che i ragazzi di varie scuole italiane continuano a portare lamentele e a chiedere un cambiamento o addirittura un’eliminazione completa di questi arredi che a vista di molti si sono rivelati sì una rivoluzione, ma in senso negativo.

*Studenti, 17 e 16 anni

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  • Banchi a rotelle, l’opinione del fisioterapista: «Danni alla colonna per la poca stabilità»

di Daniele Lazzerini*

FIRENZE.  Alessio Zingoni è un masso-fisioterapista di Firenze e dintorni.

Zingoni, che effetto hanno i banchi a rotelle sulla postura?

«Fanno male. Il problema principale sono le rotelle che non danno stabilità al banco e di conseguenza alla colonna vertebrale».

Qual è la conseguenza di questo tipo di postura?

«Tali scompensi, se non presi in tempo con ginnastica posturale adatta, possono creare problemi più seri alla colonna vertebrale e di conseguenza alla postura».

E per i mancini?

«La fisionomia del mancino fa sì che, per poter scrivere, egli debba creare una torsione innaturale di quasi 90 gradi alla colonna vertebrale. Dunque per i mancini le conseguenze sono maggiori». Si possono evitare queste conseguenze?

«No. A mio avviso è sbagliato il progetto iniziale, dunque non si può migliorare».

* Studente, 16 anni

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  • La testimonianza di uno studente mancino: «Non c’è spazio per il gomito»

di Dalila Fornari*

FIRENZE. Dover star seduto per ore a un banco progettato per chi scrive con la mano destra. Con un particolare: tu scrivi con la sinistra. Migliaia di mancini hanno una difficoltà in più con i banchi a rotelle. Pasquale Esposito, 16 anni, frequenta il Calamandrei e ha sperimentato per questo reportage del progetto “Scuola2030” cosa significano i banchi a rotelle per un mancino. Pasquale, qual è la tua esperienza?

«Il tavolino è sul lato destro del banco e va bene per i destrimani. Per chi, come me, scrive con la mano sinistra, non è abbastanza spazioso per appoggiare il gomito, dunque anche una cosa semplice come scrivere dopo un po’ diventa scomoda e stancante. Per prendere appunti devo stare piegato in modo innaturale».

Hai mai avuto questi problemi con il banco tradizionale?

«No, con il banco in legno non ho mai avuto questi problemi».

In generale, cosa ne pensi di questi banchi?

«Non mi piacciono affatto. In più penso che non siano sicuri in caso di evacuazione: ci hanno sempre detto di metterci sotto il banco in caso di terremoto, ma con questi banchi è infattibile».

E dal punto di vista della didattica trovi che siano funzionali?

«Diciamo che ci si distrae facilmente. Penne, quaderni e libri cadono sempre a terra per il troppo poco spazio a disposizione».

* Studentessa, 16 anni

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