Scuola2030: uscire fuori e guardare al futuro
È un nome che è subito piaciuto, perché racchiude il senso di un’operazione che coinvolge il nostro giornale e la sua comunità
Siamo in uno di quei casi in cui il nome dice già molto: Scuola2030.
È un nome che è subito piaciuto, perché racchiude il senso di un’operazione che coinvolge il nostro giornale e la sua comunità, quell’intreccio di intelligenze, passioni, interessi che si esplicano attraverso le scuole, le istituzioni, il tessuto economico e produttivo. Da oggi Il Tirreno è presente nelle scuole secondarie di secondo grado della Toscana, e lo è per rimanerci a lungo: abbiamo l’ambizione di lasciare la nostra impronta e solo un orizzonte lungo può consentirlo. “Scuola2030” è un progetto di alternanza scuola-lavoro che mette insieme il giornale, le scuole e le aziende partner, con la regia delle istituzioni: Ufficio scolastico regionale e Regione Toscana.
Andremo nelle scuole a spiegare e a insegnare la nostra professione di giornalisti, consapevoli di rendere un servizio alla vita democratica, essendo l’informazione una precondizione della democrazia. Ma non ci limiteremo a quel che per noi può essere più congeniale: spiegare come si scrive, come ci si informa e disinforma. “Scuola2030” avrà anche un occhio attento a quello che esiste oltre il muro di cinta delle scuole. Quando abbiamo svolto un progetto simile lo scorso maggio, “Filiere e Territorio”, coinvolgendo le scuole e le aziende delle province di Livorno e di Massa Carrara, ci siamo resi conto di quanto ci sia bisogno di far dialogare singoli spezzoni delle comunità. L’orientamento professionale, ad esempio, è un tema decisivo, ne va della sussistenza del sistema economico e produttivo come mostra il crescente disallineamento tra offerta e domanda di lavoro. Andando nelle scuole a parlare delle opportunità professionali post-diploma, pensiamo di svolgere un dovere civile, contribuendo alla crescita del territorio e delle persone.
“Scuola2030” ha l’ambizione di essere un progetto pedagogico, che forma e informa le coscienze. E, badate bene, serve anche a noi giornalisti uscire dal recinto delle redazioni e incontrare esperienze diverse. La contaminazione è sempre positiva e fa scoccare scintille, spunti e idee preziosi per chi tutti i giorni racconta il territorio. Non mi soffermo sul progetto, di cui parla la collega Francesca Ferri nelle pagine seguenti, ma voglio solo elencare alcuni numeri: 30 scuole aderenti in tutta la Toscana, 1.200 studenti iscritti, una ventina di aziende partner che hanno creduto nell’alto valore reputazionale ed educativo dell’operazione. “Nomen omen”, dicevano i romani, leggendo nel nome un destino: possiamo già dirvi che l’edizione 2022-2023 di “Scuola2030” sarà la prima di una lunga serie.