Il Tirreno

Cambiamento climatico

Mai un luglio così bollente: il mese più caldo di sempre

di Giuseppe Boi
Mai un luglio così bollente: il mese più caldo di sempre

Lo scorso 6 luglio, la temperatura media globale giornaliera dell’aria superficiale ha superato il record stabilito nell’agosto 2016

30 luglio 2023
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Non una semplice percezione, ma una realtà certificata dai numeri. Il mese di luglio 2023 è il mese più caldo mai registrato. Lo dimostrano i dati Era5 del “Copernicus climate change service” (C3S) finanziato dall’Unione Europea. Le prime tre settimane di luglio, rileva, «sono state da record: questo è il luglio più caldo e il mese più caldo mai registrato». Queste temperature sono legate alle ondate di caldo in gran parte dell’Europa, del Nord America, dell’Asia che, insieme agli incendi in Canada e Grecia, hanno avuto un impatto sulla salute delle persone, sull’ambiente e sulle economie, spiegano Copernicus e l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm).

Superati tutti i record
Lo scorso 6 luglio, la temperatura media globale giornaliera dell’aria superficiale ha superato il record stabilito nell’agosto 2016, diventando così il giorno più caldo mai registrato, con il 5 luglio e il 7 luglio di poco sotto. Le prime tre settimane di luglio sono state le tre settimane più calde mai registrate: la temperatura media globale ha superato la soglia di 1,5 gradi rispetto al livello preindustriale. La situazione non è migliore nel mare. Da maggio, la temperatura media globale della superficie marina è stata ben al di sopra dei valori registrati per gli stessi periodi dell’anno. E questo ha contribuito al luglio eccezionalmente caldo. L’aumento delle temperature, del resto, era già cominciato. Prima del luglio record, giugno 2023 è stato il più caldo mai registrato. Secondo i dati Era5, i precedenti “primati” a luglio e per il mese più caldo mai registrato risalivano a luglio 2019.

«Un assaggio del futuro»
«Le condizioni meteorologiche estreme che hanno colpito molti milioni di persone a luglio sono purtroppo la dura realtà del cambiamento climatico e un assaggio del futuro», ha dichiarato, Petteri Taalas, segretario generale dell’Omm, che ha aggiunto: «La necessità di ridurre le emissioni di gas serra è più urgente che mai. L’azione per il clima non è un lusso, ma un dovere». Per Carlo Buontempo, direttore del C3S), «è improbabile che il record di luglio rimanga isolato quest’anno: le nostre previsioni stagionali indicano che è probabile che le temperature sulle aree terrestri siano ben al di sopra della media». Per l’Omm «esiste una probabilità del 98% che almeno uno dei prossimi cinque anni sia il più caldo mai registrato e una probabilità del 66% che almeno in uno dei prossimi cinque anni venga superata temporaneamente di 1,5 gradi la media delle temperature globali del periodo 1850-1900».

«Un cambio epocale»
La crescita costante delle temperature medie globali, spinta dall’inquinamento che intrappola la luce solare e agisce come una serra, peggiora i fenomeni climatici estremi. Così in tanti avanzano l’ipotesi che l’era del riscaldamento globale sia terminata per lasciare il posto all’era «dell’ebollizione globale». A sdoganare questa definizione è stato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. «Il cambiamento climatico è qui ed è terrificante ed è solo l’inizio – ha aggiunto sul Guardian –. È ancora possibile limitare la crescita delle temperature a 1,5 gradi Celsius (sopra i livelli preindustriali, ndr) ed evitare il peggio. Ma solo con un’azione immediata e profonda».

Disastro climatico
A livello italiano, oltre che con il caldo, a luglio si è dovuto fare i conti anche con altri disastri meteorologici. Il record storico di temperature a luglio è stato infatti accompagnato nella Penisola da una media di 43 eventi estremi al giorno. Grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento sono praticamente raddoppiate (+95 percento) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «Siamo di fronte – ha sottolineato Coldiretti – a una evidente tendenza alla tropicalizzazione. L’ondata di calore africana che ci ha colpito è solo la punta dell’iceberg».

Aumenta la mortalità
Il risultato è che nel nostro Paese è aumentata anche la mortalità. I dati, aggiornati alla prima fase dell’ondata di calore, dei Sistemi di allarme (Hhwws), del Sistema sorveglianza della mortalità giornaliera (Sismg) e degli accessi in pronto soccorso evidenziano un lieve aumento di mortalità fra gli over 65 al Centro-Sud (più 2 percento), con incrementi significativi a Bari (più 23 percento) e Taranto (più 32 percento). Nessun incremento, invece, al Nord.


 

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