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Madame, l’amore oltre il rap: «Un lavoro autobiografico, mi ha portato a piangere. E adesso cambio stile» – Video

di Luca Trambusti
Madame, l’amore oltre il rap: «Un lavoro autobiografico, mi ha portato a piangere. E adesso cambio stile» – Video

Il nuovo disco tra sesso, provocazione, emozioni forti e Fabrizio De Andrè: «Punto alla massima libertà espressiva e a volte questo diventa trasgressione»

31 marzo 2023
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A due mesi dal Festival di Sanremo Madame (Francesca Calearo) esce da oggi con il nuovo album che contiene “Nel bene e nel male” il brano presentato all’Ariston. S’intitola “Amore” e ciò che promette nel titolo lo mantiene nei contenuti. Sono quattordici tracce (15 nella versione digitale) che ruotano intorno a questo tema declinato in modi diversi, escluso quello nella forma più tradizionale tra due innamorati. C’è l’amore familiare, l’amore senza distinzione di genere, c’è il sesso (tanto), c’è anche l’amore per la sua barca da parte di un marinaio in punto di morte.

Quanto c’è di Francesca nel disco di Madame?

«Nel disco e nelle mie canzoni c’è una netta distinzione tra la mia razionalità, la mia persona sociale e dall’altra quella che si esprime tramite la creatività e la fantasia. La scrittura è alimentata dalla parte irrazionale, fantasiosa. Sono storie, a volte biografiche, a volte autobiografiche e altre inventate, ma vicine alla realtà. C’è la massima libertà espressiva che porta anche alla perversione, intesa nel senso di stravolgimento della realtà, ribaltamento dei significati. Le mie parole sono creative e non pensiero razionale e sociale, usate come sfida per provocare reazioni, per sedurre e disturbare. Il concept è l’amore».

Ma cos’è questo sentimento?

«È tutto, è totalizzante. Nel medioevo era addirittura impersonificato, un qualcosa di reale. L’amore è quel tipo di connessione che si crea oltre l’aspetto sociale. L’amore è sempre lì, anche dove non c’è la fortuna, la luce, mette luce anche negli angoli più bui e più sporchi del mondo e delle persone. In situazioni drammatiche vissute ho visto il potere dell’amore e l’ho ringraziato, mi sono commossa e pianto forte. L’amore muove e spinge le persone nella disperazione, ma è anche il super istinto che fa fare imprese eroiche, scrivere poesie o film».

Nelle canzoni troviamo persone ai margini, personaggi che escono dagli schemi, tipo una prostituta o una ninfomane. Il primo riferimento che viene alla mente è, con i dovuti distinguo, Fabrizio De André. È da considerasi una fonte ispirativa?

«Tutto il disco fa luce su situazioni o persone di cui non si parla o si evita di parlare, personaggi che se non entrassero in un disco o nella letteratura avrebbero una ricaduta nel politico e sociale. Sì, sicuramente De Andrè mi ha insegnato molto, sono cresciuta ascoltando le sue canzoni».

“Amore” è un cambio netto dal punti di vista stilistico. Via il rap affiora più la canzone d’autore. Come mai questa svolta?

«Ho un’attenzione molto labile e una continua tendenza a cambiare (ride). Avevo fatto pezzi rap, ora avevo altre esigenze e per il futuro chissà. Non ho scritto in stile urban in maniera consapevole, le canzoni nascevano con un diverso ritmo e con la melodia. Avevo anche brani rap ma non c’entravano nulla, avevano storie diverse, non in linea con il concept. “Amore” è nato dopo aver fatto tre hit e ho detto “adesso faccio un disco che non considera nessuno e che piace a me”».

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