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Lassù a riveder le stelle: la magia del borgo di Arcetri

di Stefano Adami
Lassù a riveder le stelle: la magia del borgo di Arcetri

Sulle colline a sud di Firenze, un luogo di riposo già ricercato nel Medioevo. E dal XVIII secolo sede di osservazioni sugli astri e sul cosmo

26 gennaio 2023
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Il piccolo borgo antico di Arcetri, che ora è un tutt’uno con Firenze, è adagiato su una soffice collina a sud del centro storico della città. Vi si arriva infatti con una piacevole passeggiata, che si apre dopo la Fortezza del Belvedere, e dopo Porta San Giorgio, salendo verso il colle di Santa Margherita a Montici.

Arcetri è indicato nei documenti storici già dalla fine del Mille, come un borgo nato sulle vestigia di una più antica struttura militare romana. Nel Medioevo vi fu poi ricostruita una nuova struttura difensiva, la Torre del Gallo. In quell’epoca, il borgo era di proprietà di una delle più antiche famiglie di Firenze, gli Amidei, che faceva risalire le sue origine addirittura ai primi secoli di Roma.

Già in epoca medievale, Arcetri era nota tra i fiorentini come luogo di riposo e di villeggiatura, per la salubrità dell’aria di collina. Non è un caso, infatti, che tra i residenti nel borgo vi fosse lo storico Francesco Guicciardini, che vi si ritirava spesso per meditare e per scrivere, e che vi morì il 22 maggio del 1540. Guicciardini, infatti, era tra i grandi uomini fiorentini proprietari di ville sulla collina di Arcetri.

Ma numerosi sono i luoghi che sono da visitare in questo antico borgo. La Torre del Gallo, per esempio, che abbiamo già nominato, è stata in gran parte rimaneggiata in età moderna, ma offre al visitatore un cortile che, secondo i documenti, sarebbe stato costruito dal Brunelleschi stesso. Al bel cortile si accede attraversando un ingresso che mostra sui suoi lati dei graffiti che risalirebbero all’età rinascimentale. Altrettanto degna d’interesse è la piccola chiesa di San Leonardo, costruita proprio intorno al M ille. Gli interni sono particolarmente degni di una sosta, visto che custodiscono alcuni dipinti del ’400. I più rimarchevoli sono una Madonna col Bambino e Santi, di un autore quasi certamente appartenente alla bottega di Lorenzo di Niccolò, e un Tobia e l’Angelo fra i Santi Sebastiano e Leonardo, proveniente dalla bottega di Neri di Bicci.

Un altro dei luoghi da visitare assolutamente è la bella Villa il Gioiello, da ricordare in gran parte perché fu l’ultima residenza di Galileo. Il grande studioso toscano, infatti, vi passò il periodo fra il 1631 e il 1642, anno della morte. La storia ci ricorda infatti che Galileo fu condotto a dimorarvi proprio dall’amata figlia Virginia, che dedicò tutta la sua vita alla cura del padre, e che era – con il nome di suor Maria Celeste – monaca nel poco distante convento di San Matteo.

Uno dei luoghi più importanti per il viaggiatore, è poi certo l’Osservatorio astrofisico che domina questa collina sopra Firenze. È già notevole infatti che proprio dalla capitale del Rinascimento europeo si apra questo grande occhio sempre attivo sull’universo. A guardarlo bene, infatti, il moderno edificio dell’Osservatorio sembra proprio un occhio che rivolga la sua attenzione verso punti via via diversi di tutto il grande spazio che si trova oltre la terra.

L’attuale Osservatorio si è sviluppato, su quella Specola voluta alla fine del XVIII secolo dal granduca Pietro Leopoldo di Lorena, come parte del Reale museo di fisica e storia naturale di Firenze. Già a quell’epoca la Specola si rifaceva alle tradizioni dei primi pensatori antichi, greci ed orientali, che avevano rivolto lo sguardo di notte verso gli astri per cercare di capire cosa realmente fosse quella grande immensità che era possibile cogliere anche ad occhio nudo. Con il Rinascimento, poi, si era pensato di poter potenziare quella osservazione naturale, utilizzando i vari strumenti che l’umanità era stata già capace di costruire. Si riuscì in tal modo ad arrivare quindi ad una osservazione più precisa, basata sull’uso di lenti, di specchi e delle varie possibilità della rifrazione. Le informazioni che erano giunte da queste nuove forme di osservazione, avevano lasciato gli studiosi ed i pensatori in preda a numerosi, laceranti dubbi. La materia celeste, per esempio, sembrava essere corruttibile, e comportarsi in modo molto diverso da come era descritto nelle varie tradizioni. Anche oggi, entrare nell’Osservatorio e valutarne tutte le potenzialità di osservazione sul Tutto, è un’esperienza che lascia nell’osservatore un profondo senso di meraviglia.

Tutto quello che questo piccolo punto di osservazione sopra Firenze, rende possibile vedere, moltiplica infatti le domande che l’osservatore si fa sulla sua presenza nell’universo, e sul senso del suo cammino.
 

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