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Tenetevi il minuto di silenzio in Arabia per la scomparsa di Aldo Agroppi: contro il calcio-show lui avrebbe alzato la voce

di Federico Lazzotti

	Aldo Agroppi
Aldo Agroppi

Davanti alla Supercoppa italiana che va a Riyad per fare cassa l'ex allenatore e opinionista avrebbe detto come sempre la sua opinione criticandoi il sistema

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Davanti al calcio che va in Arabia per fare cassa, Aldo Agroppi non sarebbe stato in silenzio. Nemmeno per sogno. Nemmeno per un minuto. Avrebbe detto – pane al pane, vino al vino – che la Supercoppa italiana era parecchio meglio giocarla in Italia, senza trasferire il carrozzone del nostro pallone all’estero obbligando calciatori e staff a un inutile stress. Per di più allungando il brodo con semifinali e finale per far felici sponsor e tv. Meglio tornare alla vecchia formula della gara secca tra la squadra che l’anno prima ha conquistato lo scudetto e quella che ha alzato la Coppa Italia.

Avrebbe aggiunto, quasi certamente, che se fosse stato per lui, avrebbe programmato il fischio d’inizio di domenica, nel primo pomeriggio, con l’obiettivo di portare allo stadio più famiglie possibile. Ecco perché, alla fine, nonostante la motivazione lasci parecchio a desiderare, è stato meglio che il minuto di silenzio inizialmente programmato prima delle due semifinali di Supercoppa, sia stato annullato. Il motivo del passo indietro – spiegavano giovedì i vertici della Figc – risiede in precedenti episodi simili, verificatisi a Riyad durante le commemorazioni di Franz Beckenbauer e Gigi Riva, in cui i minuti di silenzio furono fischiati dal pubblico locale. In Arabia Saudita, infatti, il silenzio non è tradizionalmente associato al lutto.

Così per evitare che la commemorazione di Agroppi fosse accompagnata da fischi è arrivata la decisione di annullare il minuto di silenzio e rinviarlo. Com’è giusto che per chi ha sempre rispettato i lutti in silenzio, ma davanti alle bischerate ha sempre fatto sentire la propria voce contraria.



 

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