Toh, in Serie A si rivede la tecnica: in campo c’è più fantasia
Dopo anni di muscoli e lanci lunghi riecco tecnica, finte e dribbling. La Dea salta l’uomo il doppio dell’anno scorso, Gudmumdsson è il re
Se chiediamo a un appassionato di calcio, magari con i capelli sale e pepe, quale sia, a parte il gol, il momento più appassionante di una partita, la risposta sarà: «ll dribbling». Tutti noi ci siamo appassionati per le finte, i ghirigori di qualche fantasista dai piedi fatati, saltando in piedi quando i dribblomani saltavano come birilli i difensori avversari. Senza voler scomodare i mitici Stanley Matthews o Garrincha, uno che mandava al bar il diretto controllore nonostante una evidente menomazione fisica, basti ricordare le “veroniche” di Roberto Baggio, Ronaldinho o Franck Ribery. Un fondamentale, quello del dribbling, che nel calcio moderno, tutto schemi e forza fisica, è meno importante di un paio di decenni fa, quando ogni squadra aveva un giocatore dal dribbling ubriacante, magari non passato alla storia, ma spesso influente nelle sorti di una partita. Le prime giornate di campionato, però, raccontano di una inversione di tendenza, sull’onda lunga di quanto sta avvenendo nei maggiori tornei continentali. Qualche nome? In primis il fuoriclasse del Real Vinicius Junior, ma anche il “Citizen” Grealish e l’ex Roma “Momo” Salah, autentico funambolo del Liverpool. Le nostre squadre, infatti, tentano più dribbling, una tendenza che fa parte dell’evoluzione della nostra massima serie, ogni anno che passa sempre meno tattica e più propensa all’offensiva, anche per la presenza sempre più predominante di allenatore “giochisti”, che pensano, e credono, di poter arrivare al risultato solo attraverso il gioco. In Europa Guardiola e il nostro De Zerbi sono all’avanguardia, in Italia è il momento di Dionisi. L’inversione di tendenza è perfettamente rappresentata dall’Atalanta; la Dea un anno fa era l’ultima quanto a dribbling tentati, adesso è prima con 54 tentativi riusciti, più del doppio della passata stagione (23). Ma quali sono, in assoluto, i calciatori che ne tentano di più? In vetta alla classifica non ci sono Leao e Kvaratskhelia, bensì artisti della finta che in questo campionato stanno imponendosi all’attenzione generale. Il primato spetta all’islandese, il che la dice lunga su quanto il calcio sia diventato fenomeno planetario, Albert Gudmumdsson del Genoa; il fantasista arrivato dal freddo nord ha ipnotizzato i rivali in ben 17 occasioni, sulle 30 tentate. Secondo gradino del podio per il fantasista, scuola Juve, del Frosinone Soule: per il ventenne di Mar del Plata già 15 dribbling riusciti. A quota 15 anche il fantasista dell’Udinese Samardzic, in estate vicinissimo all’Inter. Da notare che tra i primi dieci dribblatori non c’è nessun italiano – il primo, Chiesa, è undicesimo –, come sono lontani i tempi di Bruno Conti e Franco Causio.