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Mancini ritrova l’Italia, andiamo noi alle finali

di Andrea Rocchi
Mancini ritrova l’Italia, andiamo noi alle finali

Azzurri da applausi nella Puskas Arena. Battuta l’Ungheria, decisivo il predominio sulle fasce

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BUDAPEST. E’ la rivincita di Mancini e della sua Giovane Italia: l’accesso alle Final Four della Nations League guadagnato nell’infuocata Puskas Arena di Budapest stracolma di 65mila spettatori non sarà certo un’impresa che ci riscatta dalla delusione mondiale, ma almeno può servirci a rialzare la testa e ridare un po’ di credibilità internazionale al nostro calcio, precipitato in un crepaccio dopo lo smacco post Macedonia del Nord. Un calcio travolto dalle polemiche anche in seguito al presunto o vero “tradimento” (calcistico, ovviamente) dei cosiddetti senatori accusati di aver abbandonato anzitempo la nave azzurra mentre affondava.

Invece ieri Raspadori e Dimarco, nella notte magiara, ci hanno addolcito quello che per noi sarà un novembre da spettatori nel mondiale dei petroldollari del Qatar. Ma soprattutto hanno ripagato il ct per aver creduto in un nuovo gruppo ricostruito a fatica dal momento più basso della sua gestione. Una gestione, appunto, fatta di vette (il titolo europeo) e precipizi. Da qui Mancini è partito per ricostruire la Giovane Italia mantenendo, nell’undici base dopo qualche epurazione, due capisaldi come Jorginho e Bonucci riproposti per questa fase finale a gironi della Nations League che ci ha visto finalmente protagonisti. L’avversario della notte magiara non sarà irresistibile per curriculum individuale dei suoi calciatori, ma ha inflitto lezioni di concretezza perfino ai tedeschi (specialisti in materia), facendo piombare in un incubo l’ambiziosa Inghilterra (operazione completata dai nostri Azzurri). Messo in ghiacciaia il caso Immobile e il giallo della telefonata di Lotito, Mancini pesca nel pescabile e sorprende un po’ tutti lanciando dal primo minuto accanto al bomberino del Napoli il suo amuleto portafortuna Gnonto di cui rivendica la primogenitura nella scoperta. E lascia in panca, come alternativa di centimetri, l’ “inglese” Scamacca cui non si rimprovera certo il generoso movimento ma che in azzurro fatica a vedere la porta. Il resto è lo schieramento che ha fatto bene con gli inglesi.

L’ex doriano Rossi, che sta facendo miracoli con questa Ungheria davvero molto “italiana”, prova a sorprendere con una difesa a 4, poi corregge in corsa anche perché i due piccoletti azzurri, là davanti, non danno riferimento e creano sovente scompiglio. Gia al 5’ brivido per l'Ungheria: cross forte di Cristante al centro, il portiere ungherese si fa sfuggire il pallone dalle mani e viene salvato da Szalai, che spazza sulla linea. Difesa magiara che traballa: al 28’ errore clamoroso degli ungheresi nella costruzione dal basso, Gnonto viene a contatto col portiere Gulacsi, palla che arriva a Raspadori che si allarga e insacca facilmente. Tre minuti dopo Di Lorenzo sfiora il raddoppio con un tiro a giro di poco a lato. Al 40’ incertezza di Donnarumma che non esce, per fortuna Szalai non ne approfitta.

Ancora azzurri col pallino del gioco nella ripresa. Funzionano le accelerazioni sulla fasce dove Di Lorenzo e, soprattutto Dimarco, fanno il solco. Al 51’ bellissima azione iniziata da Barella, Cristante è bravo nel taglio e nel cross basso, Dimarco irrompe dal lato opposto e mette dentro. Sembra fatta ma l’Ungheria si sveglia e innesta un forcing confuso ma insidioso. Mancini ha già cambiato Gnonto per Gabbiadini, poi farà riposare Raspadori e Jorginho per Scamacca e Pobega. Rischiamo il rigore per una spinta di Bastoni sul nuovo entrato Adam, ma alla fine portiamo a casa il bottino e ci giochiamo le finale di questa strana Nations League.
 

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