Bullo minaccia il prof in classe, il dirigente dopo il video choc: «Punizione esemplare»
Lucca, nel video pubblicato dai compagni l'alunno pretende una sufficienza e attacca l’insegnante: «Chi comanda qui? Si inginocchi!». Il dirigente commenta l'episodio con amarezza
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LUCCA. Un ragazzo, davanti a un brutto voto, inizia a urlare contro il professore. È alla cattedra, in piedi. Lo minaccia dicendogli: «Prof, non mi faccia incazzare, non mi faccia incazzare». Grida. In un’aula dell’Istituto tecnico commerciale “F. Carrara”, a due passi dalle Mura di Lucca, si consuma l’ennesimo attacco frontale a un insegnante. Una scena ripresa dai banchi dei compagni di classe, tra risate e consensi: nel giro di poche ore diventerà un video, venti secondi choc, che prima percorrono i canali dei gruppi whatsapp, e in serata approdano su alcune pagine facebook. La notizia, pubblicata dal quotidiano La Nazione, rimbalza in città. E ora per quel video ci sono quattro indagati, tutti minorenni. Nel frattempo il protagonista della vicenda si è scusato con l'insegnante.
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È una classe del biennio: sono studenti di 14-15 anni. Il docente è seduto, lo sguardo basso: sceglie il silenzio, nella speranza che la tempesta si plachi. Il ragazzo, jeans scuri e maglione lungo, tenta di strappargli dalle mani il registro elettronico e alza di nuovo la voce: «Mi metta sei», urla, il tono ultimativo. A quel punto il professore si alza: ha resistito, trattenendo il tablet nelle proprie mani. Sulla scrivania i suoi occhiali, i fogli sparsi, attorno le pareti spoglie e gli arredi scarsi. La geografia minima di un’aula delle superiori. C’è tensione, la storia non è finita. Mentre l’insegnante continua a non rispondere alla provocazione, il ragazzo lo apostrofa: «Chi è che comanda, eh?», lo sfida. Glielo ripete, ancora più perentorio: «Chi è che comanda? Si inginocchi». Una colonna sonora di risatine. In sottofondo i compagni di classe ridono: il professore è impotente, forse per scelta. Qui la registrazione si interrompe.
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L’indomani è il giorno della tensione, delle stanze chiuse e delle reazioni dure. «Ora rischiano tutti. È stato un gesto molto grave che merita una punizione esemplare», commenta il dirigente del “Carrara”, Cesare Lazzari. «Ho guardato il video e credo che il gesto di obbligare l’insegnante a cambiare il voto fosse funzionale alla registrazione. Se avessero registrato per avere una prova e denunciare questa storia, avrei capito. Ma la loro priorità era quella di girare immagini da mostrare, da esibire. Si sono scambiati quell’episodio indegno di cellulare in cellulare; io l’ho saputo solo da persone esterne». Venerdì pomeriggio intanto si riunirà il consiglio di classe poi sarà la volta di un incontro con la provveditora agli studi di Lucca, Donatella Buonriposi. È la liturgia delle burocrazie e dei percorsi formali, dovuti, necessari, così inconciliabili con i tempi forsennati delle divulgazioni sui social, della viralità. Un passaparola che diventa irrisione. E nessuno, tra le nuvolette dei gruppi chiusi di conversazione, spende una parola in difesa del professore.
Sempre a Lucca, circa due mesi fa una professoressa di un’altra scuola superiore, l’istituo di Scienze Umane “Paladini” era stata aggredita da un alunno: il ragazzo le aveva messo le mani al collo, per cinque giorni di prognosi. Secondo i sindacati la portata del fenomeno rischia di raggiungere livelli preoccupanti se non si interverrà per tutelare i docenti.
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