Troppi malati per pochi dottori: la guardia medica di Prato va in tilt nel fine settimana
Il sistema è andato in sofferenza anche per il boom influenzale. Montemurlo è rimasta scoperta mentre a Prato in serata c’erano soltanto due medici
PRATO. Nella giornata di sabato 27 dicembre la guardia medica a Prato è andata in sofferenza sotto il peso delle richieste legate ai sintomi influenzali e ai malanni di stagione. E Prato si è trovata sguarnita nella copertura di tutte e quattro le postazioni previste dall’Asl Toscana Centro in città.
La denuncia
A raccontarlo è un cittadino pratese che denuncia di non essere riuscito a ottenere un appuntamento con la continuità assistenziale, nonostante i ripetuti tentativi telefonici avvenuti fin dal primo mattino per avere un certificato medico sul lavoro, dato un malessere improvviso. Ma niente. Ripetute le chiamate al numero di appuntamento della guardia medica, ma dal call center la chiamata secondo il signor Fabrizio Neri sarebbe poi caduta sempre nel vuoto. Nessuna risposta e nessuna richiamata. È stato solo dopo diversi tentativi eseguiti nella giornata di sabato che alle 23, 30 della sera, il signor Neri è stato richiamato dal servizio di continuità assistenziale proponendo di arrivare al punto di guardia medica di Poggio a Caiano. Ma anche qui, troppo tardi per arrivare in tempo ad avere un certificato medico di copertura per l’assenza sul lavoro. Secondo la segnalazione, il problema non sarebbe stato un singolo disservizio, ma il segnale di un sistema al limite: quattro postazioni di guardia medica chiamate a reggere un picco di domande in una fase dell’anno in cui febbre, tosse e complicanze influenzali, soprattutto tra soggetti fragili e anziani, tendono a crescere, mentre gli ambulatori di medicina generale sono chiusi per le festività.
Sistema in tilt
Il risultato, nella ricostruzione del cittadino pratese, è un paradosso che molti temono: se la guardia medica non riesce a rispondere con tempi compatibili con l’urgenza percepita, il cittadino si sposta – per necessità o per ansia – verso il pronto soccorso, con l’effetto di intasare ulteriormente un altro snodo già di per sé delicato. Insomma, è il tema ricorrente: la difficoltà di garantire una copertura adeguata nei giorni festivi, soprattutto quando la domanda sanitaria cresce improvvisamente, di colpo sotto gli effetti delle malattie stagionali che stanno adesso raggiungendo il picco. In queste ore, aggiunge il segnalante, la combinazione di influenza e sindromi simil-influenzali avrebbe reso evidente la fragilità del “primo contatto” territoriale, con ricadute immediate sulla percezione di sicurezza sanitaria della popolazione.
L’ammissione dell’Asl
Ed è l’Asl a correre ai ripari. Dopo una breve indagine interna, l’ammissione. «L’Asl Toscana centro, scusandosi per i disagi, evidenzia come il periodo attuale sia caratterizzato da una fortissima pressione sui servizi sanitari territoriali – si legge in una nota diramata ieri dall’Azienda sanitaria – E tale situazione è legata all’elevata diffusione delle patologie influenzali e al fisiologico incremento delle richieste assistenziali tipiche del periodo natalizio. A queste criticità si è aggiunta una ridotta disponibilità dei medici in servizio, dovuta alle festività e a concomitanti assenze per malattia, con inevitabili ripercussioni sul regolare svolgimento delle attività di cure primarie».
Due soli medici di sera
«Nella giornata di sabato mattina i turni risultavano coperti da tre medici – spiega ancora l’Asl – Nel pomeriggio e in serata erano presenti due medici sull’intero territorio cittadino. La copertura dei turni è stata quindi ridotta, a fronte di una dotazione ordinaria di sei professionisti per il turno diurno. Inoltre, la postazione di Montemurlo è risultata scoperta ed è stata temporaneamente coperta dal servizio di Prato. La complessità della fase festiva, unita alla minore disponibilità di personale e alle difficoltà nella copertura dei turni, ha reso più complesso il mantenimento degli standard consueti di servizio. L’Azienda sanitaria è costantemente impegnata nel monitoraggio della situazione e nell’adozione di tutte le misure possibili per garantire la continuità assistenziale».
