Il Tirreno

Prato

La strada da incubo

Fuga di gas in Val di Bisenzio, la 325 chiusa e poi riaperta a senso unico: una giornata da incubo

di Mario Neri
Fuga di gas in Val di Bisenzio, la 325 chiusa e poi riaperta a senso unico: una giornata da incubo

Val di Bisenzio paralizzata per un giorno: evacuati 40 bambini e 45 residenti, traffico bloccato per ore, Confindustria e Confartigianato chiedono soluzioni definitive

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PRATO Quando la valle resta senza strada, è la strada a restare senza valle. Alla Tignamica di Vaiano basta un sibilo nel sottosuolo perché la Sr 325, unica arteria vera della Val di Bisenzio, si pieghi: stamani chiusa in entrambe le direzioni, nel pomeriggio riaperta a senso unico alternato. Un tubo di media pressione che trasporta metano si rompe, l’odore di gas attraversa i cortili, la Municipale fa sgomberare 45 tra residenti e lavoratori, i vigili del fuoco portano fuori 40 bambini dalla materna. Autopompa, transenne, una gru per la messa in sicurezza: la scena è quella da manuale dell’emergenza.

Intanto, la vita si sfilaccia. Il Comune chiede di non mettersi in viaggio «se non strettamente necessario», il trasporto scolastico è garantito ma con percorsi alternativi e ritardi, gli studenti delle superiori vengono instradati verso la stazione di Prato. Via Tronci chiusa; niente scorciatoie su via della Fattoria e via Mulinaccio; il traffico leggero verso nord dirottato su via di Rilaio e Popogliano, verso Prato passando da Schignano e Figline. I mezzi pesanti non hanno scampo: tornare indietro. La 325, quando si ferma, diventa un imbuto che svuota benzina e pazienza.

Nel tardo pomeriggio la riapertura a senso unico alternato regala una boccata d’aria, ma non cancella la fotografia del giorno: una valle sospesa. Le famiglie iniziano a rientrare, i tecnici del gas isolano il tratto danneggiato. «Domani dovrebbe tornare la normalità», si sussurra negli uffici. Oggi, però, è rimasta la coda a perdere e la sensazione di déjà-vu.

Le imprese alzano la voce. «Ancora una volta avvisi in urgenza ai soci, deviazioni su percorsi impervi. Lo studio di fattibilità per riprogettare la viabilità è pronto ma attende di essere presentato: quanto ancora dobbiamo aspettare?», attacca Fabia Romagnoli, presidente di Confindustria Toscana Nord. Più cruda Confartigianato Prato: «La 325 è la ferita aperta della Valbisenzio. Ogni blocco conferma un fallimento politico che dura da anni. Alle porte delle regionali, basta promesse: tempi e risorse o niente».

Cronaca e politica si toccano sullo stesso punto debole: l’assenza di alternative. La 325 è una linea sottile che regge pendolarismo, scuole, consegne; quando salta, salta tutto. E ogni emergenza, da incidente a fuga di gas, diventa doppia: sicurezza e mobilità. La riapertura a senso unico è un cerotto su una frattura. Se lo studio c’è davvero, che esca alla luce: tavoli, progetti, cantieri, priorità. Perché finché la valle dipenderà da una sola strada, basterà un tubo a chiuderla; e finché basterà un tubo a chiuderla, la valle resterà senza strada.

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