Cascina boicotterà i prodotti che arrivano dallo Stato di Israele
L’atto di indirizzo della giunta comunale: «Un’azione per ribadire la nostra contrarietà allo sterminio in corso»
CASCINA. Anche il Comune di Cascina è pronto a boicottare i prodotti che provengono dallo Stato di Israele. Questo è l’indirizzo adottato all’unanimità dalla giunta comunale. Una scelta che abbiamo condiviso come atto di indirizzo – spiegano sindaco e assessori – e che coinvolge l’amministrazione, le partecipate del Comune, ma si rivolge anche ai cittadini. Boicottare prodotti israeliani è il minimo che possiamo fare: è un’azione per ribadire la nostra contrarietà allo sterminio in corso nella Striscia di Gaza che chiediamo anche ai cittadini di compiere». L’invito rivolto ai cittadini cascinesi è quello di compiere «una scelta consapevole e di pace. L’azione del singolo di boicottare i prodotti Made in Israel può contribuire a fare la differenza per raggiungere la pace nella Striscia di Gaza e mettere fine all’escalation di violenza e atrocità che da mesi sta subendo la popolazione palestinese, in particolare le bambine e i bambini, vittime innocenti del genocidio che il governo Netanyahu sta attuando. La scelta fatta come amministrazione partirà dalle farmacie comunali, cui abbiamo chiesto di non proporre più medicinali che fanno riferimento ad aziende israeliane. Invitiamo anche i cittadini a smettere di acquistare farmaci, alimenti, cosmetici, indumenti e prodotti tecnologici che arrivano da Tel Aviv».
Con la delibera adottata, viene anche ribadita la necessità di attivarsi nei confronti del Governo affinché sia affermato con determinazione l’impegno dell’Italia a riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, riaffermando la prospettiva di «due popoli, due stati», a promuovere il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Unione Europea e a sostenere, in tutte le sedi internazionali e multilaterali, ogni iniziativa volta ad esigere il rispetto immediato del cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi israeliani, la protezione della popolazione civile di Gaza e la fine dell’occupazione e delle violenze nei territori palestinesi, la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all’interno della Striscia.
C’è quindi la richiesta anche al Governo di sospendere urgentemente, ove in essere, le autorizzazioni di vendita di armi allo Stato di Israele concesse anteriormente alla dichiarazione dello stato di guerra dell’8 ottobre 2023, al fine di scongiurare che tali armamenti possano essere utilizzati per commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario».