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Il caso

«C’è un uomo armato»: panico al pronto soccorso di Prato, ma era un falso allarme

«C’è un uomo armato»: panico al pronto soccorso di Prato, ma era un falso allarme

Un trentenne marocchino si è messo a urlare e alcuni pazienti si sono sfilati la flebo e sono scappati all’esterno

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PRATO. Momenti di panico al pronto soccorso dell’ospedale la scorsa notte quando un trentenne marocchino che era stato portato in ospedale dalla polizia per un abuso di sostanze stupefacenti ha iniziato a urlare che un altro paziente, un cinese, aveva in tasca una pistola. Gli altri pazienti si sono comprensibilmente preoccupati, qualcuno si è addirittura tolto l’ago della flebo ed è uscito all'esterno, altri si sono sdraiati sotto le barelle. In realtà nessuno dei presenti, tantomeno il cinese, era armato, e la situazione è tornata faticosamente alla normalità nel giro di pochi minuti grazie a medici e infermieri. Il trentenne marocchino, che a parte gli effetti della cocaina non aveva nulla da farsi curare, è stato ripreso in consegna dalla polizia e portato fuori. Forse verrà denunciato per procurato allarme. Il cinese sospettato di essere armato era arrivato insieme ad altri due connazionali, tutti con ferite superficiali da arma da taglio, forse frutto di una rissa.

Ma tre ore dopo lo stesso trentenne marocchino è stato riportato al pronto soccorso, stavolta dalla polizia municipale, ma anche stavolta non aveva niente da farsi curare, era solo in stato di agitazione, a conferma che il pronto soccorso spesso finisce per essere un “parcheggio” di situazioni che non si riesce a gestire in altra maniera, a prescindere dalle reali necessità di cura.

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