Il Tirreno

Prato

L’inchiesta

Il mistero del residence di Prato: «Volevamo toglierci la vita perché non riuscivamo a pagare i debiti»

di Paolo Nencioni

	La polizia davanti al residence di via Ferrucci
La polizia davanti al residence di via Ferrucci

Marco Vitali sostiene davanti agli inquirenti la versione del duplice suicidio dopo la scoperta del corpo del suo compagno Maurizio Drovandi con una profonda ferita alla gola

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PRATO. Volevamo toglierci la vita entrambi perché non riuscivamo a pagare i debiti per l’acquisto di droga. Questa la versione fornita da Marco Vitali, 55 anni, per spiegare quanto accaduto nel residence Ferrucci, dove alle 14 di venerdì 25 luglio è stato trovato il corpo senza vita di Maurizio Drovandi, 51 anni, dipendente del Monte dei Paschi, con una profonda ferita alla gola. Lo rende noto il procuratore Luca Tescaroli.

Vitali è stato sentito oggi, 26 luglio, dagli inquirenti all’ospedale di Prato, dove è ricoverato per ferite superficiali alla gola. Al sostituto procuratore Carolina Dini, l’uomo ha dato la sua versione dei fatti, che è la seguente. Drovandi e Vitali erano legati da una relazione affettiva da una decina di anni e negli ultimi 20 giorni hanno alloggiato nel Residence Ferrucci, lo stesso dove nella notte del 15 maggio è stata uccisa l’escort romena Maria Denisa Paun, di 30 anni (per il suo omicidio è stato arrestato Vasile Frumuzache, reo confesso).

Vitali e Drovandi, ha raccontato Vitali, avevano preso alloggio al residence di via Ferrucci dopo aver venduto le rispettive abitazioni e l’attività di fornaio di Vitali per far fronte ai debiti per l’acquisto di droga. Lì, sempre secondo la versione di Vitali, avrebbero deciso di togliersi la vita. Drovandi ci sarebbe riuscito tagliandosi la gola, mentre Vitali si è procurato ferite non gravi e venerdì pomeriggio è stato soccorso in codice rosso. La morte di Drovandi risalirebbe alla giornata di mercoledì. Nella stanza, oltre a Vitali è rimasto il rottweiler di Drovandi, che è stato sedato e portato via dal veterinario.

La versione di Marco Vitali è ora al vaglio della magistratura per capire se corrisponde al vero oppure si tratta di una versione di comodo per coprire qualcosa di peggio. Nella stanza del residence sarebbe stato trovato un biglietto indirizzato ai familiari dei due uomini in cui si spiegava la decisione di togliersi la vita. Intanto la Procura ha disposto l’autopsia sulla salma di Drovandi, che sarà effettuata la prossima settimana.

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