Il cambio di destinazione dei terratetti agevolerà l’apertura di “case della moda”
L’assessore Barberis: «Il piano operativo tutela l’ambiente incentivando la riduzione del consumo di suolo»
prato
C’è tempo fino al 3 dicembre per presentare eventuali osservazioni al nuovo piano operativo del Comune. Dopodiché il tutto verrà analizzato e poi vagliato prima dalla commissione urbanistica, quindi dal consiglio comunale. Ci potranno essere osservazioni accolte in parte o totalmente ed altre rigettate. Poi a primavera entrerà in vigore il nuovo piano operativo, quello che è stato ribattezzato piano Barberis, dal nome dell’assessore all’urbanistica Valerio Barberis che da tempo, in un progetto di partecipazione con la città, ha lavorato alla sua realizzazione. Avvalendosi per una parte (quella relativa al verde) del contributo di nomi importanti quali il professor Stefano Mancuso e l’architetto Stefano Boeri.
Dal piano Secchi al piano Barberis. Risale al 1999 l’ultimo piano urbano della città, quello di Bernardo Secchi. «Un piano – dice l’assessore Barberis – che rispondeva ai criteri della Prato di quegli anni, era ad esempio il periodo dell’espansione dell’edilizia. Oggi le cose vanno ripensate, il panorama è diverso e c’era la necessità di un piano operativo che guardasse al futuro, fatto di programmazione e che puntasse sul tema del recupero e di un’urbanistica che faccia trovare soluzioni per far ripartire l’edilizia. Questo è il piano di programmazione di una città che ora è in grado di competere con l’agenda europea e i suoi punti cardine».
Riuso. «Tre sono i grandi temi del piano operativo – commenta Valerio Barberis – Il riuso è uno di questi. Quindi, incentivare l’esistente con delle semplificazioni. Il privato potrà fare microinterventi, modo questo per far ripartire l’edilizia. E poi nuove regole, penso ai negozi in centro che potranno essere in un terratetto agevolando, inoltre, il cambio di destinazione d’uso, cosa che va a ridurre il consumo di suolo». Questo potrebbe incentivare l’arrivo di grandi catene della moda che hanno bisogno di spazi su più piani in un immobile, cosa che non era possibile con il vecchio piano regolatore.
Ambiente. «Questo – sottolinea Barberis – è il vero grande tema del piano. Anche nel corso del processo partecipativo sono arrivate indicazioni sempre più forti sul tema. Per questo tutto quello che verrà fatto dovrà avere valenza ambientale. Il progetto è stato redatto dall’ufficio di piano del Comune e poi ci siamo avvalsi di Boeri e Mancuso. A quest’ultimo è stato chiesto di fare uno studio sui quasi 30mila alberi di proprietà pubblica (quelli gestiti dal servizio verde, non sono contati gli altri e quelli di privati, ndr) e i benefici che portano. A Boeri, invece, sono state chieste quali potessero essere le azioni di forestazione urbana». E fra quanto previsto nel piano c’è la creazione di grandi parchi all’interno della città, grazie anche alla perequazione. Il Comune potrebbe infatti acquisire gratuitamente dai privati circa 70 ettari di terreno per adibirli a forestazione. È compresa anche la “demineralizzazione urbana”, cioè la realizzazione di verde imposta ad ogni opera concessa a privati, il verde su tetti e facciate, il verde come aumento degli alberi nelle strade. —
AZELIO BIAGIONI