Il Tirreno

Prato

Una passeggiata nel “distretto creativo”

di Fabrizia Prota
Il mercato coperto in quattro capannoni della ex Forti
Il mercato coperto in quattro capannoni della ex Forti

Prato, a zonzo per il Macrolotto Zero riscoprendo il passato con un occhio al futuro, ecco come diventerà la Chinatown 

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PRATO. Rigenerazione urbana e riuso del patrimonio edilizio esistente. Se ne parla al Macrolotto Zero alla vigilia della presentazione (prevista entro fine mese) del progetto esecutivo del PIU, il progetto di innovazione urbana per riqualificare l’area, e in occasione della stesura del nuovo Piano Operativo comunale, il documento che detta le linee guida cittadine a livello urbanistico, la cui adozione è fissata per la prossima primavera e che dovrebbe andare in approvazione entro fine 2018.

L’occasione per legare le due circostanze è la terza tappa del percorso partecipativo “Prato al futuro”, promosso dall’amministrazione comunale per accompagnare la redazione del Piano Operativo, che per il mese di novembre ha scelto come tema il “Patrimonio da recuperare” della Chinatown pratese.

«L’obiettivo di questa tappa di “Prato al futuro” è da una parte far conoscere i progetti di riqualificazione urbana già avviati nel Macrolotto Zero, dall’altra illustrare quelli che verranno - spiegano Sara Iacopini e Giulia Maraviglia di Sociolab, che gestisce il percorso partecipativo -, per capire insieme quali sono le problematiche da affrontare per scrivere meglio il piano operativo di domani». Ed è così che una cinquantina di persone, venerdì, si sono presentate in via Pistoiese per partecipare alla “camminata urbana” alla scoperta del quartiere, tra gli eventi del mese di “Prato al futuro”, realizzata in collaborazione con il Centro Pecci, l’associazione , il Pin e Radio Italia Cina.

Un’occasione per scoprire il passato e immaginarne il futuro dell’area. «Per il Macrolotto Zero di domani la scommessa è quella di dare vita ad un distretto creativo - spiega l’assessore comunale all’Urbanistica Valerio Barberis -, che sia un punto di riferimento sia per la cultura e le associazioni, ma anche per l’innovazione in settori come la moda o la tecnologia. La zona ne ha tutte le potenzialità - tra i motivi anche la quantità di capannoni in disuso da recuperare - e ci sono già esempi di quello che potrebbe essere». Barberis fa riferimento agli esperimenti di realtà come Dryphoto, che dal 2014 al 2016 ha installato in via Pistoiese e dintorni oltre 10 riproduzioni su pannelli “giganti” di foto d’autore (a coordinare il progetto la curatrice spagnola Alba Braza), l’associazione culturale , attiva su fronti che vanno dall’architettura alla cucina e, poco più lontano, il centro di ricerca per la cultura tessile Lottozero. «In quest’ottica - aggiunge l’assessore - a livello di infrastrutture l’amministrazione punta molto sull’installazione della fibra e sul 5G, di cui Prato è sperimentatrice».

Il progetto di innovazione urbana del Macrolotto Zero è finanziato con circa 8 milioni di euro, di cui 6 della Regione Toscana e 2,2 del Comune, e darà vita a aree verdi, piazze e spazi pubblici come una biblioteca, un edificio per il coworking e un mercato coperto. A proposito di aree verdi, quella dismessa tra via Colombo e via Giordano sarà oggetto di “Pop House”, progetto comunale che affiderà alle associazioni pratesi, attraverso un percorso partecipativo - al via a dicembre - e un bando, la gestione dell’area.

Le “cartoline dal futuro” del Macrolotto che verrà sono state illustrate durante la camminata che è stata anche l’occasione per conoscere aspetti del quartiere nascosti, come la chiesa protestante realizzata in un capannone di via Mameli, o l’edificio di via Pistoiese sulla cui facciata si nasconde il primo nome del Macrolotto Zero - “Casarsa”, dal primo gruppo di case costruite nella zona - distrutte poi in un rogo - o ricordarsi di quelli dimenticati, come la presenza dell’Anonima Calamai, prezioso esempio di archeologia industriale dei primi dell’800. Ma se i progetti per il futuro della Chinatown pratese non mancano il presente non è tutto rose e fiori. «In questo momento è difficile vivere in questo quartiere - spiega Claudia Durso, residente in zona da 20 anni - Ci sono problemi di spazzatura, traffico e non ci sono spazi pubblici, perciò è complicato anche frequentare la zona. La gente è stanca. Quindi ben vengano le iniziative, ma speriamo che sia davvero l’inizio di un cambiamento». È per raccogliere i pensieri dei residenti un paio di mesi fa è nato anche il blog macrolottozero.wordpress.com.

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