Infezione all'anca, muore dopo otto interventi: il calvario di una 63enne toscana
La donna, di Pontedera, ha contratto un batterio dopo la prima operazione chirurgica di protesi all'anca in una casa di cura in provincia di Firenze
PONTEDERA. Otto interventi, ricoveri e lunghe terapie per combattere una grave infezione ospedaliera. Alla fine il cuore di Roberta Lupi, 63 anni, di Pontedera si è fermato. Roberta è morta martedì per un’embolia polmonare sopraggiunta alla fine dell’ennesimo intervento di protesi all’anca in una casa di cura in provincia di Firenze. Un dolore infinito e una vicenda che si porta dietro un contenzioso di carattere civile con l’Asl Toscana Nord Ovest e l’ospedale dove la donna è stata operata la prima volta e dove ha contratto l’infezione.
Decine e decine di messaggi, ricordi, pensieri, testimonianze, ringraziamenti che mirano all’infinito e arrivano da tutta la frazione, quella frazione che ha voluto migliore e che ha sempre contribuito a vivacizzare fino alla fine della sua esistenza. L’improvvisa scomparsa di Roberta Lupi, a soli 63 anni ha scosso la comunità de La Rotta che l’ha accolta, vista crescere, sposarsi, costruire una famiglia e diventare nonna.
Moglie del geometra Piero Paoli, presidente del gruppo Il Mattone, Roberta è stata un punto di riferimento per il paese e per l’associazione che ha sempre curato con attenzione e dedizione anche negli ultimi anni in cui purtroppo era stata costretta a diminuire gli impegni e occuparsi delle piccole necessità da lontano. «Perdiamo – dice Marco Salvadori, presidente del consiglio comunale di Palazzo Stefanelli e rottigiano doc – un faro e una guida importante. È stata una persona estremamente attiva nella nostra frazione, sia in parrocchia dove aveva creato e supportato il gruppo dei ragazzi del dopo cresima sia ne Il Mattone dove insieme alle altre signore oltre a organizzare la festa dei fischi e delle campanelle, è stata promotrice della gestione della cucina della festa stessa, menù compresi e anima della sagra del bombolone. Sempre pronta a dare una mano a chi avesse bisogno era l’incarnazione dell’altruismo e rimane una figura che non ci dimenticheremo mai».
Nessuno era pronto per questa drammatica situazione. «Questi quattro anni per lei – racconta Paola Angiolini, a nome di tante altre amiche che con Roberta hanno condiviso passioni, appuntamenti e quotidianità – sono stati un calvario. Da quando si è operata per la prima volta e ha contratto un batterio che ha compromesso la stabilità della protesi il suo cammino è stato davvero tortuoso». Periodi fatti di alti e bassi, di felicità per la nascita del nipote e di gran battaglia per sconfiggere le difficoltà e i problemi di salute. Poi un mese fa Roberta si è sottoposta a un’altra operazione, l’ottava ricordano gli amici stretti, per un nuovo impianto sostitutivo e l’altro ieri era ancora una volta in sala operatoria per cercare di risolvere la causa di un’infezione sopraggiunta nelle ultime settimane. «Non si è mai arresa. Era una combattente generosa. Voleva tornare in forma – concludono le amiche – per la sua famiglia».
E invece Roberta non ce l’ha fatta e a La Rotta è il momento del dolore, dell’incredulità per un addio inaspettato. Roberta lascia il marito Piero, conosciuto sui banchi delle elementari e insieme da quasi mezzo secolo, la figlia Eleonora e il nipote Edoardo. Il funerale si terrà stamani alle 10 alla chiesa di San Matteo a La Rotta.
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