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Rapina choc nel Pisano, l’imprenditore: «Mi hanno gonfiato bene, non la finivano di picchiarmi»

di Nilo Di Modica

	I carabinieri indagano sul caso
I carabinieri indagano sul caso

È successo a Ponticelli: il racconto dell’87enne e della moglie, che hanno vissuto minuti di puro terrore

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SANTA MARIA A MONTE. «Mi hanno gonfiato bene, non la finivano di picchiarmi. Ma sono ancora vivo». È tutta in queste poche parole la grande paura che ha avuto Vittorio Colombai, imprenditore 87enne rapinato e malmenato a Ponticelli sabato sera insieme alla moglie, dai ladri intrufolati nella sua villa. Pochi minuti di orrore nel corso dei quali i due anziani coniugi sono stati minacciati e picchiati da almeno tre persone incappucciate, intente a chiedere dove fosse la cassaforte in casa.

«Per qualche minuto ce la siamo vista veramente male – racconta ancora Colombai, che dopo i fatti è finito all’ospedale per accertamenti per le percosse ricevute –. Continuavano a chiederci della cassaforte, che però non abbiamo in casa. Loro però non mi credevano e continuavano a picchiarmi e a minacciarci con un cacciavite».

Gli uomini, tutti abbastanza giovani e incappucciati «parlavano bene l’italiano, ma con un accento straniero» e sono riusciti ad entrare nell’abitazione girando intorno all’edificio, che sta a poche decine di metri di distanza dalla via Francesca che collega Ponticelli a Montecalvoli, saltando un inferriata e accedendo direttamente alle scale.

Il primo a trovarseli di fronte in casa, mentre stava guardando la televisione, è stato proprio Colombai. «Io ho avuto a che fare con tre persone, ma ad un certo punto ce n’era un’altra che stava con mia moglie – racconta. – Anche lei è stata minacciata e ad un certo punto legata con un cavo elettrico. L’hanno presa a calci. È stato orribile. Un altro, il quinto, forse aspettava fuori».

L’uomo, che ha passato tutta la domenica al Lotti di Pontedera, è tornato alla sua abitazione solo ieri nella tarda mattinata. «Mi hanno voluto fare una Tac, perché avevano paura che avessi avuto danni alla testa – dice. – Ciò che mi importa adesso è stare a casa con la mia famiglia».

In quei pochi minuti, mentre i malviventi tenevano sotto torchio i due residenti della casa, intanto spostavano armadi, aprivano cassetti, mettevano tutto a soqquadro a caccia di tutto quello che si poteva trovare. Alcuni degli utensili utilizzati per entrare sono stati lasciati fuori e dentro la casa ed ora sono al vaglio delle forze dell’ordine.

«Alla fine si sono portati via quello che hanno trovato in casa, un orologio, qualche collana, un anello e poco altro – continua Colombai. – Sembravano essere assolutamente sicuri che avessimo quella cassaforte e non sapevo come convincerli, abbiamo avuto molta paura».

A salvare involontariamente la situazione è stato il nipote, che quella sera era atteso alla casa intorno alle 23. «Glielo avevamo detto anche a loro, che sarebbe venuto e che a breve sarebbe arrivato – dicono i coniugi –. Poi al suo arrivo hanno capito che il tempo era scaduto e se la sono data a gambe».

Un particolare, questo, che rafforza l’ipotesi che qualcuno dei banditi fosse all’esterno a fare da palo e controllare. Tutte dinamiche adesso daranno da lavorare ai carabinieri, che sabato sera sono arrivati insieme ai sanitari dopo che il nipote ha lanciato l’allarme.

«Spero li prendano – dice ancora l’anziano imprenditore. – Sono persone molto pericolose». 

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