Pontedera, travolge un’auto con un neonato a bordo: prima scende, poi si “pente” e scappa
L'impatto all’altezza della rotatoria con la 439 Sarzanese Valdera. L’appello della coppia: «Se qualcuno ha visto qualcosa si rivolga ai carabinieri»
Pontedera Dopo lo schianto, è sceso per assicurarsi – così, alla buona, con uno sguardo o poco più – che gli occupanti dell’altra auto non avessero riportato conseguenze gravi. Tra loro c’era anche un bimbo di un mese. Poi, mentre il babbo-automobilista chiamava i soccorsi, lui è risalito in macchina e se n’è andato, facendo perdere le sue tracce. E così i genitori si sono ritrovati da soli, in attesa dei soccorsi, in mezzo a una rotatoria, sotto choc per il loro piccolo, con la macchina danneggiata «e nessuno che si fermava per capire se avevamo bisogno di aiuto».
Un’indifferenza generale che va a braccetto con la vigliaccheria del “pirata”. «Stiamo bene, a parte un po’ di dolori». Jonathan Autiero, che era in macchina con la compagna Maria Letizia Ventrice e il loro piccolo, inizia il racconto dall’aspetto decisamente più importante. «Gli accertamenti hanno escluso conseguenze per mio figlio». Lasciata alle spalle la più grande delle paure, Jonathan riavvolge il nastro: «Ieri (domenica, ndr) stavamo percorrendo con la nostra Toyota Yaris via Vittorio Veneto, da Pontedera in direzione Bientina. All’altezza della rotatoria con la 439 Sarzanese Valdera ci siamo scontrati con una Suzuki Jimny grigia. Erano le 17,33».
L’impatto è stato violento, all’altezza dello sportello posteriore destro, proprio sopra al pneumatico: «La nostra macchina si è girata più volte su se stessa – racconta Maria Letizia». Il conducente della Suzuki è sceso, lo stesso ha fatto Jonathan: «Era un uomo sulla sessantina. Ci siamo scambiati due parole – racconta Autiero, che vive con la famiglia a Pontasserchio – poi quando ho preso il telefono per chiamare i soccorsi e i carabinieri, lui è salito in macchina e se n’è andato». È successo tutto in pochi istanti, e la coppia di genitori non è riuscita a prendere il numero di targa del Suzuki: «Ci è stato detto che ci sono delle telecamere in zona ma non erano accese». L’unica speranza per rintracciare il pirata, a questo punto, è legata a eventuali testimoni: «Un po’ di macchine sono passate mentre eravamo lì. So che è quasi impossibile rintracciare quell’uomo – conclude Maria Letizia – ma se qualcuno ha visto qualcosa o si ricorda il numero di targa, contatti i carabinieri». l
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