Il Gambero fa 40 anni! Il ristorante di Pontedera nato dalla pazza idea di Antonio e Peppino: i primi tavoli, le ricette e il cambio di nome
All’alba degli anni Ottanta l’intuizione. Due giovani della costiera amalfitana si innamorano della città della Piaggio: “La visitavamo per capire come viveva la gente. Poi la grande occasione e l’inizio di un’avventura straordinaria. Ma non sono mancati i momenti difficili”
PONTEDERA. La pizza – fino a quel momento – in città «veniva proposta prevalentemente nel suo “formato” più piccolo. A Pontedera, quella da 32 centimetri di diametro, l’abbiamo portata noi. E puntammo molto anche sullo spaghetto alle vongole, arricchendolo con cozze e fasolari, una sorta di rivoluzione per i pontederesi. Che apprezzarono subito. Portammo qui le nostre conoscenze maturate in vari anni di esperienze diverse. Non lo sapevamo, ma per noi stava iniziando un viaggio fantastico. Che ora ha raggiunto un traguardo speciale. E non vogliamo fermarci, perché questa è la nostra vita». La forza della famiglia, le intuizioni di due giovani sognatori – ma con i piedi saldi a terra – e la determinazione di chi vuole realizzare il proprio desiderio. La storia del Gambero si può riassumere così. Nella sera di domenica 24 luglio lo storico ristorante di piazza Martiri della Libertà ha festeggiato i 40 anni di attività. Era il 21 luglio 1982 quando Peppino Mareschi e Antonio Amato inaugurarono Bella Napoli. «Dopo sette anni cambiammo nome al locale, che diventò Il Gambero», spiega Mareschi.
Ma facciamo un passo indietro. All’alba degli anni Ottanta Antonio Amato e Peppino Mareschi sono due giovani emigrati al nord Italia dalla costiera amalfitana. «Lasciammo la nostra terra praticamente da adolescenti – racconta Antonio Amato, titolare del Gambero – perché sapevamo che per poter lavorare era necessario spostarsi da Salerno e dintorni». Antonio è a Vercelli e fa il cameriere. Peppino si è sistemato a Novara e inizialmente si dà da fare lontano dal mondo della ristorazione. Poi, la “scintilla”. Peppino è il cognato di Antonio, il fidanzato di sua sorella, Luisa. Ed è proprio lui a mettere gli occhi su Pontedera. «Decidemmo che ci sarebbe piaciuto avviare un’attività tutta nostra ed eravamo alla ricerca di un posto che ci garantisse un buon numero di clienti. A Pontedera la Piaggio rappresentava un bacino di persone importantissimo, ma non conoscevamo il luogo. Per noi era una cittadina in provincia di Pisa e basta», racconta Mareschi. Che quindi inizia a fare il “turista”: «Tutti i fine settimana venivo qua e visitavo il centro, e non solo. Studiavo le strade, i quartieri, le abitudini delle persone. E nel frattempo mi informavo sperando di trovare l’occasione giusta per dare vita al nostro sogno».
Non è un mistero: la vita è fatta di treni che passano e combinazioni, spesso inspiegabili. Il treno di Antonio e Peppino passa quando il bar ristorante Roma, sul Piazzone, si avvia ad abbassare la saracinesca per sempre. «Non ci pensammo due volte – racconta Antonio – e rilevammo tutto. Così inizia la storia del Gambero». Si uniscono subito all’avventura imprenditoriale, oltre a Luisa, sorella di Antonio e moglie di Peppino, Luigi Amato ed Erasmo Amato. Eccola qua la forza della famiglia. Nel 1982 “Bella Napoli” si presenta a Pontedera come “pizzeria spaghetteria”.
«Ci siamo dati da fare per entrare in sintonia con la città. Facemmo subito colpo sui giovani – ricorda Antonio Amato – e da luglio a novembre non credevamo ai nostri occhi. Con pizza, penne alla disperata (panna, funghi, pomodoro e peperoncino, ndr), spaghetti alle vongole e il nostro magico profiterole riempivamo la sala praticamente ogni giorno». Il primo inverno della “società” Amato-Mareschi non è dei migliori. Improvvisamente il numero di clienti cala. Fino all’8 marzo 1983. «Quel giorno abbiamo capito che Pontedera aveva iniziato a volerci davvero bene – ricorda Antonio Amato –. Fu un’invasione di donne, coppie, giovani e meno giovani. Da lì è iniziato il nostro successo, e adesso ogni giorno lavoriamo per non deludere le tante persone che credono nel nostro lavoro e nella nostra cucina».
In 40 anni Il Gambero si è rifatto il trucco più di una volta. Con ristrutturazioni interne e ampliamenti delle sale. Oggi a correre tra cucina e tavoli ci sono, insieme ad Antonio Amato e la moglie, Maddalena Giordano, anche Erasmo Amato, Stefania Lombardi, il cuoco Carmine Migliore e Stefano Anichini, dipendente del Gambero da quasi 20 anni. «Stefano ormai è uno di famiglia, come se avesse il nostro stesso cognome», dice Antonio.
Quello che era partito come l’azzardo giovanile di due ragazzi del sud si è trasformato in un punto di riferimento per i pontederesi che vogliono mangiare pesce, e non solo. Le tante persone che ieri sera hanno preso parte alla festa del Gambero rappresentano una medaglia per Antonio e Peppino. «L’affetto della gente – conclude Antonio Amato – è straordinario. Il nostro segreto? Essere una famiglia, nella vita e sul lavoro. Abbiamo messo l’anima in ogni cosa, e i risultati sono arrivati. Ringrazio tutte le persone che ci sono state vicino. Dai fornitori ai clienti. La storia del Gambero continua. Spediti verso i 50 anni».
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