«Suo figlio rischia il carcere, dacci i soldi». Ma lei (93 anni) non ci casca e fa arrestare le truffatrici
Due donne finiscono dietro le sbarre per aver cercato di raggirare l’ultranovantenne lucchese in seguito alla telefonata del falso militare
LUCCA. La nonnina non cade nella trappola dei truffatori e fa arrestare due giovani donne usate dagli organizzatori del raggiro come esche e che avevano il compito di prendere in custodia il denaro (seimila euro) che la malcapitata avrebbe loro consegnato in seguito alla telefonata intercorsa, poco prima, tra la pensionata e un sedicente falso maresciallo dei carabinieri.
La telefonata
Il militare, con voce grave, l’aveva invitata ad affidare alle due donne il denaro contante che doveva servire a evitare che il figlio dell’anziana finisse in carcere dopo aver investito con l’auto una bambina. Ma l’arzilla vecchietta – 93 anni, ma dotata di grande lucidità e sangue freddo – non solo non ha creduto a una parola di quanto comunicato telefonicamente dallo pseudo esponente dell’Arma. Convinta che oggi finire in carcere è impresa assai ardua, ha contattato la figlia, le ha spiegato cos’era accaduto e le ha chiesto di avvertire subito la polizia. Gli agenti della squadra volante giunti sul posto hanno fatto scattare una trappola in cui sono cadute le due “esattrici”: Maka Gventsadze, 30 anni e Tamtaa Gogia di 31, entrambe cittadine georgiane. Le due donne sono finite nel carcere femminile di Pisa con l’accusa di tentata estorsione ai danni dell’ultranovantenne.
I fatti
Alla centrale operativa un paio di giorni fa riceve la telefonata di una donna che vive a Sant’Anna. Riferisce che poco prima la madre di 93 anni era stata contattata da un sedicente maresciallo dei Carabinieri il quale, con la scusa che il figlio avrebbe causato un incidente stradale e investito una bambina, pretendeva 6000 euro per fargli evitare il carcere. Nella casa di S. Anna si sono portati subito gli operatori di polizia che, in accordo con la sala operativa della questura, hanno concordato un piano d’azione per cogliere sul fatto i responsabili della truffa non appena le donne si fossero presentate all’uscio. Non è passato troppo tempo dal momento in cui i poliziotti sono giunti in casa della nonnina quando hanno suonato al campanello le due donne ucraine che erano giunte sino lì – in costante contatto telefonico con il sedicente carabiniere che forniva loro dettagli sull’indirizzo di casa dell’anziana – dopo essere scese da un treno alla stazione ferroviaria di piazza Ricasoli e aver preso un taxi per arrivare all’indirizzo indicato.
Duplice arresto
Quando l’anziana ha aperto la porta le due georgiane anziché la busta con i 6000 euro ad attenderle hanno trovato la polizia. Arrestate e messe a disposizione dell’autorità giudiziaria, al termine dell’udienza di convalida sono state associate alla sezione femminile del carcere Don Bosco di Pisa.