L’incidente mortale
Omicidio di Quarrata, cosa è successo negli ultimi istanti di vita di Salvatore Blandino
L’uomo è stato ucciso da una coltellata alla gola. Il sangue del 70enne è stato trovato nel furgone del figlio indagato per omicidio e occultamento di cadavere
PISTOIA. La coltellata letale è stata quella alla gola, che ha reciso la giugulare causando quegli schizzi di sangue trovati dai carabinieri alle pareti della casa di via della Repubblica a Quarrata, sotto sequestro. Schizzi che a differenza della pozza di sangue sul pavimento, l’assassino non è riuscito a pulire. L’elevata probabilità che il corpo ritrovato in via Branaccia alla Ferruccia di Agliana fosse quello di Salvatore Blandino si è intanto trasformata in certezza, dopo l’esame del dna condotto dal dottor Ugo Ricci.
È verosimile che il 70enne sia stato ucciso il 22 giugno, il giorno stesso in cui si sono perse le sue tracce. A distanza di un mese esatto, il 22 luglio, il ritrovamento del cadavere sotterrato nel campo adiacente al capannone dove lavorava come fabbro il figlio Giuseppe, 42 anni, fermato di lì a poche ore in quanto ritenuto dagli inquirenti responsabile dell’omicidio e ora in custodia cautelare in carcere. Il padre è stato ucciso nella sua abitazione, tragico esito di una colluttazione avvenuta tra il soggiorno e la cucina, forse scaturita da una di quelle liti che ultimamente a detta dei familiari e di qualche vicino si facevano sempre più frequenti e accese, non di rado con alla base delle richieste di denaro da parte del figlio. Il prelievo di 600 euro effettuato successivamente dal conto della vittima potrebbe essere un indizio.
Oltre alle varie ferite da punta e da taglio, dall’autopsia effettuata sulla vittima dal medico legale Stefano Pierotti sono emerse anche delle lesioni alle mani. Una prova che il pensionato avrebbe provato a difendersi dai colpi, scagliati con un coltello che non è ancora stato trovato. Uno dei fendenti ha colpito il 70enne al petto, ma questo non sarebbe stato determinante a causarne la morte, diversamente da quello alla gola.
Le prime risultanze dell’autopsia dicono inoltre che tra il decesso e il trasporto della vittima alla Ferruccia, nel tentativo di occultarne il cadavere, sarebbe passata non più di qualche ora. Il tempo di studiare come agire, per poi farsi prestare un furgone da un conoscente e utilizzarlo proprio per il viaggio in via Branaccia. Tant’è che sul pianale di quel furgone (nel frattempo sequestrato) è rimasta una grossa chiazza di sangue del tutto compatibile con la sagoma di una persona. E dall’analisi dei prelievi ematici risulta che quel sangue è di Salvatore Blandino. Per la nota definitiva sull’autopsia, il dottor Pierotti si è preso 90 giorni, mentre a breve l’autorità giudiziaria dovrebbe rilasciare la salma, in modo da consentire ai familiari della vittima di organizzare il funerale. Infine, trapela un particolare sul momento della “cattura” del figlio indagato: non appena i carabinieri sono arrivati in via Branaccia, a ridosso del capannone che utilizzava oltre che per lavoro anche come dimora, il 42enne avrebbe provato a scappare per poi essere fermato.
Dopo le segnalazioni delle sorelle e la denuncia di scomparsa dello stesso figlio, le attività di ricerca dell’uomo di origini siciliane erano cominciate gli ultimi giorni di giugno. E già da allora, col ritrovamento delle macchie di sangue nell’abitazione di Quarrata, aveva iniziato a farsi largo il sospetto che si trattasse di un delitto. Sospetto confermato poi dalle indagini dei carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore Chiara Contesini, fino agli ultimi sviluppi.
A seguito della convalida del fermo, nei confronti di Giuseppe Blandino il gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il suo avvocato di fiducia Enrico Giuntini annuncia che si rivolgerà al tribunale del Riesame di Firenze per chiedere una misura meno restrittiva.
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